A Ponti sul Mincio (MN), nel plesso dell’Istituto “Tamburino Sardo”, un centinaio di bambini entusiasti sono stati accompagnati dalle proprie insegnati e dalla comunità verso la scoperta della storia della propria scuola e del piccolo ma suggestivo borgo posto tra le colline moreniche, in un racconto dove il narratore principale è stato rappresentato da un coro di voci con le rughe del sorriso scavate e gli occhi lucidi della memoria, alunni di allora e nonni di oggi.
L’occasione di questo viaggio nel tempo e di fantastico incontro generazionale è stata offerta al corpo docente e all’amministrazione comunale dalla ricorrenza dei festeggiamenti per i 60 anni dall’inaugurazione della scuola di Ponti sul Mincio, da cui è scaturita l’idea di reperire e raccogliere il materiale scolastico ancora esistente a partire dall’anno scolastico 1958/59 a oggi.
Già dalla scorsa estate, in uno straordinario passaggio di parola all’interno della comunità locale, giorno dopo giorno, studenti di ieri e di oggi si sono incontrati ed entusiasmati nel mettere insieme pagelle, attestati, pennini, mappe, banchi, inchiostro, calamaio, quaderni, foto e storie riferite dagli alunni che si sono susseguiti negli anni, dando vita a un racconto esistenziale che ha saputo narrare con dovizia di particolari e calore la storia di un paese e dei tanti studenti che hanno studiato nel corso del tempo nelle aule della Tamburino Sardo.
Così, con l’emozione più viva e calda del cuore, alla presenza del sindaco di Ponti sul Mincio, Giorgio Rebuschi, del vicesindaco di Sommacampagna (VR), Giandomenico Allegri, della dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Volta Mantovana, Maria Teresa Ruberti, del corpo insegnante, del personale amministrativo e di tutti i piccoli alunni, si è inaugurata un’interessante mostra con cui sono stati esposti testimonianze dei primi sessanta anni della scuola.
Ma come tutte le storie più belle, che hanno sempre un tocco di magia, l’occasione ha aperto la strada ad un concorso di idee ed elaborati per la scelta del logo della scuola.
Una qualificata commissione giudicatrice, tra i disegni dei quasi 100 alunni della Tamburino Sardo, ha selezionato il simbolo che nel suo insieme rappresentasse meglio la scuola.
La vincitrice porta il nome di Martina, una bambina che con infinita eleganza ha saputo rappresentare tutti gli elementi più significativi e simbolici della scuola, riassunti nello sviluppo dei ragazzi con una pianta che germoglia tra le mani della scuola e che si erge in alto verso la vita che cresce.
E visto che in questa storia di studenti che crescono si può parlare di tocchi magici che hanno reso unica la celebrazione dei primi 60 anni della Tamburino Sardo di Ponti sul Mincio, non si poteva concludere il tutto che con un bellissimo lieto fine.
Un momento di alto valore sociale rappresentato dalla splendida opera donata alla scuola da Adriano Berengo, presidente della Fondazione Berengo Fine Arts di Murano (Venezia) e realizzata dai Maestri Vetrai della Berengo Studio 1989, che ne hanno riprodotto in vetro il logo primo classificato, offrendo all’evento l’aggiunta di un nuovo elemento simbolico: quello dell’arte vetraria, che riesce a sorprendere e a plasmare, in un’armonia di polveri e colori che prendono forma attraverso soffi di vita e che restano uniti grazie al calore che li governa, dando così vita a un insieme finito di bellezza e meraviglia.
Proprio come fa quotidianamente la Scuola con la sua nobile missione di educazione e formazione delle future risorse umane della società civile, nella certezza di operare sempre con responsabilità e amore per la costruzione di un’umanità nuova.
Ponti sul Mincio, 10.04.2019 Caterina Spina
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