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99 compleanni per Alberto Tommasi

Novantanove anni appena compiuti e non sentirli per nulla. Ottanta da marinaio ed ogni giorno redige il “diario di Bordo” con minuziosa e scrupolosa diligenza. Ad essere ” marinaio per sempre” come recita il motto della Marina Italiana è il Sottocapo Carpentiere Alberto  Tommasi, il più anziano marinaio che il Gruppo Leonello Parolini dell’Associazione Marinai d’Italia annovera nel sodalizio. E’ nato infatti a La Spezia il 10 febbraio 1917 e dall’età di 19 anni è entrato quale volontario nella Regia Marina Militare.

“Ho chiesto io personalmente di poter far parte della Marina Militare – afferma lucidissimo Alberto Tommasi – perché ero stato arruolato nelle truppe di terra ma la fatica delle esercitazioni, le marce, ed altro non mi addicevano proprio.  Essendo nato a La Spezia, zona di mare, mi affascinava andare per mare. Mi è costata cara questa scelta perché invece di congedarmi a fine ferma – continua Tommasi- che allora era di 28 mesi, essendoci la guerra in arrivo, mi fecero rimanere in divisa. E ci rimasi fino all’otto settembre 1943 quando scappai. Rimasi nascosto in casa per tre mesi.”

Nel 1944 fece un concorso nelle ferrovie e divenne ferroviere ma la guerra incombeva ancora. Prestò la sua opera a Parma, a Mantova, a Legnago. E fu proprio Legnago il luogo dove vide la morte in faccia.

Per un sabotaggio alla locomotiva , probabilmente provocato dai partigiani locali, una ruota del locomotore sbullonata provocò il deragliamento dell’intero convoglio.

“Venni accusato del danno – dichiara con memoria ferrea Tommasi – ed i tedeschi arrabbiatissimi decisero di passarmi subito per le armi. Mi misero al muro e parlottarono fra loro. Capii che era finita per me. Per grazia di Dio il capo deposito della stazione di Legnago era un austriaco. Disse subito che io non centravo nulla. Insistette con i militari tedeschi finchè decisero di lasciarmi andare. Fu un momento terribile che ricordo ancora adesso con il tremore ed un sudore freddo che mi cola dalla testa ai piedi.”

Per otto ani rimase in marina. Era imbarcato quale carpentiere ebanista sul cacciatorpediniere Maestrale che navigava nelle acque del mar Tirreno. “Ebbi la fortuna- continua ancora Tommasi- di poter scortare più volte Sua Maestà quando si trasferiva da un porto all’altro del Tirreno. Con noi c’erano le navi Libeccio, Grecale e Scirocco.”

“Nel tempo libero anziché scendere a terra con i commilitoni mi fermavo in laboratorio a costruire il modellino della mia nave. Ci sono riuscito -sospira il sottocapo – ma non potevo portarla a terra. Allora la tagliai in tre pezzi e poi la ricostruii a casa. L’ho qui in bella mostra.”

La fortuna di Tommasi non è stata solamente quella di salvarsi dai proiettili dei tedeschi ma anche di aver avuto in ” dotazione” una ” madrina di guerra” molto graziosa e seria. Una contatto epistolare che si è dipanato in diversi anni e che è stato galeotto. “E’ sì – conferma Tommasi – perché la guerra è una brutta cosa ma per me è stata manna. Mi ha portato la madrina, Anna Colla, diventata poi mia moglie che mi ha dato tre figli, di cui due viventi.”

“Avere Alberto fra i nostri marinai è un grandissimo onore – spiega il presidente del Gruppo Parolini, Giovanni Olivetti – perché è lucidissimo e ci racconta la sua vita con dettagli e particolari nitidi e precisi. Per questo lo festeggiamo nella nostra giornata del tesseramento. Novantanove anni portati così bene sono un orgoglio per tutti noi.”

Il tesseramento si svolge domenica 21 febbraio con una cerimonia al monumento al marinaio sul lungolago Marconi con l’onore ai caduti, l’alzabandiera, e il suono dell’Inno nazionale. Un bel rancio sociale in un noto ristorante della zona a base di polenta è baccalà. ” E grandi onori al sottocapo carpentiere Alberto Tommasi – conclude Olivetti – alla presenza dell’ammiraglio responsabile del triveneto della nostra associazione.”

Sergio Bazerla

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