lunedì, Dicembre 23, 2024
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La cultura antisemita al tempi della Rsi Tre giorni di convegno

A Salò e Gardone dal 21 al 23 settembre

Il Centro studi e documentazione sul periodo storico della Rsi compie tre anni di vita e organizza un interessante convegno dal titolo «L’intellettuale antisemita». Tre fitte giornate di lavoro (dal 21 al 23 settembre) divise tra il palazzo della Magnifica patria di Salò e il Vittoriale di Gardone Riviera, nel corso delle quali verrà analizzato il ruolo degli intellettuali nella promozione e nel sostegno della cultura antisemita cercando di comprendere il rapporto tra l’intellighenzia repubblichina e la vita pubblica. «Un appuntamento impegnativo – sottolinea lo storico Roberto Chiarini, presidente del Centro di documentazione salodiano – che non ha nulla di nostalgico, ma intende fornire una panoramica completa sull’argomento grazie anche alla partecipazione di studiosi di differenti scuole». Il convegno si propone quindi di fornire uno spettro rappresentativo di una realtà variegata sia a livello locale che europeo. Se matematica, biologia e mondo universitario, sembrano offrire maggiori spunti di analisi perchè tentarono una legittimazione «scientifica» dell’antisemitismo, all’interno del convegno non mancheranno interventi dedicati al rapporto tra cattolicesimo e antigiudaismo e, soprattutto la trattazione di esperienze di intellettuali come Mosley, Celine e Evola che per diverse ragioni legarono il loro nome alla persecuzione degli ebrei. «La Rsi non deve diventare un tabù per la storiografia italiana». In questo senso Chiarini sottolinea l’importanza di una discussione approfondita attorno al tema senza imbarazzo o sensi di colpa «perchè è la conoscenza dei fatti – dice – il vero antidoto alle ricadute totalitarie». Nel frattempo (tra varie difficoltà economiche) il Centro si prepara alla mostra sulla persecuzione degli ebrei prevista per il mese di gennaio a Brescia (a Palazzo Martinengo) e porta avanti non senza difficoltà studi e ricerche di notevole interesse come la raccolta dei notiziari delle Guardie nazionali repubblicane «che costituiscono un’immensa miniera di informazioni – conclude Chiarini – sulla vita della Rsi e che devono essere ancora digitalizzati per poterli salvare dall’usura del tempo».

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