lunedì, Dicembre 23, 2024
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In Consiglio comunale si è analizzata la situazione: per ora il pericolo è scongiurato. Nuovo serbatorio in zona Montecucco e i pozzi sono potenziati

Acqua, ai ripari per l’estate

di Nell’ultima seduta del consiglio comunale di Gardone Riviera si è parlato delle scarse precipitazioni invernali e del rischio di una nuova crisi idrica.Il vicesindaco di Gardone Riviera, Eugenio Musciotto, ha spiegato che, a differenza del passato, non esistono per ora grossi problemi, anche se la situazione va continuamente monitorata e tenuta d’occhio, senza abbassare la guardia.Gli interrogativi sono stati sollevati dalla minoranza, che si riconosce nelle posizioni della Casa delle libertà. «Ricordando l’emergenza che ha colpito Gardone Riviera nell’estate 2003 – ha chiesto il capogruppo Stefano Visconti -, arrecando gravi disagi sia alla popolazione che ai turisti, vorremmo conoscere i provvedimenti presi per garantire un adeguato rifornimento d’acqua, in vista dell’imminente stagione estiva, e le soluzioni previste per ovviare a eventuali situazioni di crisi».Musciotto ha ricordato che «il circolo idrico integrato non è più di competenza dei Comuni, ma della Provincia, attraverso l’Ato e, quindi, i sub-ambiti (sul lago, il Consorzio Garda Uno, ndr), i quali devono garantire l’approvvigionamento di tutte le località. Comunque sulla base delle esperienze passate abbiamo già sollecitato, dal mese di dicembre, l’ente gestore a controllare attentamente le portate. La fine dei lavori sul nuovo serbatoio, in località Montecucco, e il rifacimento di alcune tratte critiche dovrebbero essere sufficienti. Ma se continua la scarsità di precipitazioni, la situazione potrebbe cambiare. D’inverno le sorgenti servivano (da sole) a tutto il fabbisogno del paese. In questi mesi le abbiamo dovute integrare con i pozzi, come se fossimo in giugno».«Ora peschiamo a 60 metri di profondità – aggiunge l’assessore ai lavori pubblici, Ippolito Zanini -. E il numero delle pompe è aumentato da una a sei. Abbiamo una disponibilità di 100 litri al secondo. Il massimo della richiesta, d’estate, nelle ore di punta, è di 95 litri. Il pericolo è costituito dall’abbassamento della falda acquifera».In Municipio assicurano che la drammatica estate 2003 non si dovrebbe più rivivere. Allora la siccità e le alte temperature (almeno un’ottantina le giornate con più di 30°, il doppio rispetto alla media), con un’altissima evaporazione e un notevole aumento dei consumi pro capite, provocarono l’esaurimento delle fonti nei mesi di agosto e settembre. La portata delle sorgenti scese da 40-50 litri al secondo (144-180 metri cubi all’ora) ad appena 10-14 lt., e il pozzo delle Gere, a S.Michele, scavato nel ’73, in grado di dare 20-25 lt., dovette «fare gli straordinari».La punta di massima necessità (tra le ore 12 e le 13, e nel tardo pomeriggio), sempre aggiratasi sui 47 litri, ebbe un’impennata fino a 71. Ma in seguito al continuo aumento dei consumi la falda cominciò ad abbassarsi, creando problemi di pescaggio alle pompe, nel pozzo leggermente inclinato.Gli amministratori comunali furono costretti a ricorrere alla ditta Medeghini, ai Volontari del Garda, ai Vigili del fuoco di Milano e ad altri gruppi per l’approvvigionamento con autobotti. La Protezione civile di Trento fornì un potabilizzatore, in modo da prelevare acqua anche dal lago.Negli anni seguenti si è perforato un altro pozzo in località Gere, a una trentina di metri da quello esistente, sino a una profondità di 60 metri: pesca nell’alveo del torrente Barbarano e ha dato buoni risultati di portata. Altri pozzi sono stati scavati di fronte al cinema Casinò (nella valletta delle Fraole, che raccoglie tutti i flussi dal monte) e nella valle del Ceriolo, tra Montecucco e Tresnico. Lì c’è acqua in superficie, tanto da scorrere nell’unico rio non asciutto.La rilevante costruzione di condomini, col notevole aumento di consumi, è stata sottovalutata da tutti, al pari dell’irrigazione dei giardini, che dovrebbero rifornirsi in maniera autonoma o usufruire dell’acqua del Garda, non di quella potabile. Per il futuro rimane valida l’idea di una rete alternativa: collocare cioè una presa a lago, in grado di servire Toscolano Maderno, Gardone Riviera e Salò nei momenti di maggiore difficoltà, come già succede a S.Felice, Manerba, Moniga e Desenzano.

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