In questi giorni, gli appelli e le ordinanze che invitano a non sprecare acqua preziosa a fronte della carenza estiva si moltiplicano. Anche il consorzio Garda uno richiama a un utilizzo razionale. Ma la richiesta resta alta, e gli sprechi anche. Soprattutto, come vedremo, a causa delle piscine private.Nel frattempo si verificano disagi. Come nei giorni scorsi a Puegnago, dove è avvenuta una drastica caduta della pressione dell’acquedotto. A Soiano, invece, si è creato nuovamente uno stato di semiemergenza,.Ma veniamo al capitolo sprechi. «Se il getto dell’irrigazione è visibile – sottolinea Massimiliano Faini, energy manager di Garda uno -, il ricambio d’acqua nelle piscine non lo è: il consorzio deve far fronte ogni anno a nuove utenze, e particolarmente in Valtenesi le vasche sono numerose. In estate il consumo viene più che triplicato».In effetti in Valtenesi esistono numerosi casi di sproporzione tra le riserve delle rete acquedottistica e il numero di piscine. Emblematico il caso di Soiano, che con una riserva di 820 metri cubi conta sul proprio territorio circa trecento vasche private. Ognuna di queste contiene fino a 70 metri cubi, e i numeri dicono che la capacità delle stesse, ovvero circa 2100 metri cubi, è di molto superiore alla riserva idrica comunale.In sintesi, a causa del ricambio giornaliero, secondo i calcoli del Garda uno in paese si consumano 1000 metri cubi al giorno: anche in questo caso più di quanto «custodito» dalle vasche di accumulo della cittadina.A San Felice esistono circa 200 piscine a fronte di riserve idriche pari a 800 metri cubi; a Puegnago sono un centinaio, con 560 metri cubi di riserva. Polpenazze ospita «solo» una cinquantina di vasche, e ha una scorta di 750 metri cubi.Padenghe, nonostante la popolazione più numerosa, conta 100 impianti, ma ha la minore riserva idrica della zona: 540 metri cubi. A Moniga del Garda sono circa duecento a fronte di «accantonamenti» per 1080 metri cubi, e infine Manerba, con una scorta di 1820 metri cubi, registra circa 400 vasche grandi e piccole, con in più quella pubblica.Insomma, una situazione pesante. Peggiorata dal fatto che le perdite delle reti sono calcolate in media attorno al 30% del trasportato, con punte del 59% nella distribuzione a Puegnago e a Manerba (rispettivamente 391 mila e 998 mila metri cubi l’anno). Acquedotti colabrodo, per sistemare i quali servono grandi risorse. La risposta dell’Autorità d’ambito territoriale ottimale della Provincia? 100 milioni di euro per i prossimi vent’anni da investire nell’area gardesana.
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Garda Uno fa il punto sulle criticità del sistema idrico del suo bacino di utenza