Soffia forte il vento dell’«autodeterminazione bresciana», con la Provincia e la Camera di Commercio in prima fila, sul futuro dell’aeroporto «Gabriele D’Annunzio» di Montichiari. L’assemblea dei soci ha approvato ieri il bilancio della Catullo spa, la società che gestisce lo scalo bresciano e quello di Villafranca, ma al momento del voto i soci bresciani – Provincia e Camera di Commercio – sono usciti dalla sala e non hanno partecipato alle votazioni. L’azione di protesta è scattata dopo le «risposte deludenti del presidente della Catullo» agli interventi in assemblea di Franco Bettoni, presidente della Camera di Commercio, e di Vigilio Bettinsoli assessore ai Trasporti della Provincia di Brescia. Motivo principale del non-voto: il disaccordo su come è stata trattata dalla Catullo la questione della nuova gestione dello scalo monteclarense. Due interventi giudicati dagli stessi autori «determinati, senza peli sulla lingua e con sfumature che hanno ben descritto il limite della sopportazione». «Non vogliamo entrare nel merito del bilancio, che ci pare oltretutto positivo» ha detto Bettoni «ma vogliamo esprimere il nostro profondo disappunto per come è stata trattata la questione della nuova società di gestione dell’aeroporto D’Annunzio in quest’ultimo anno di promesse, ritardi e parole al vento». Promesse contenute anche in una delibera che un anno fa l’assemblea veronese aveva sottoscritto a maggioranza, dove si ventilava una nuova società per il «D’Annunzio» con il 15% di azioni da far sottoscrivere ai bresciani e il rimanente 85% ai veronesi. Ma da allora, nonostante il desiderio bresciano di sedersi a discutere attorno a un tavolo, nessun’altra convocazione è giunta dalla Catullo di Verona. «Non ci stiamo più a quelle condizioni» aveva già dichiarato Bettoni una settimana fa «dobbiamo ridiscutere tutto, ma con un occhio molto attento alle esigenze e all’autodeterminazione dei partner bresciani all’empatia che l’economia bresciana ha sul territorio in cui si trova l’aeroporto, la sua voglia di imprenditorialità, il coinvolgimento degli industriali e delle associazioni di categoria. Abbiamo fior di aziende e società di gestione di altri aeroporti pronte subito a fare la loro parte, sia finanziaria che di progetti pronti». Franco Bettoni ha poi giudicato «molto deludente» la risposta data in assemblea da Ferdinando Sanson, presidente della Catullo. Sulla stessa lunghezza d’onda di Bettoni anche Vigilio Bettinsoli (in continuo contatto telefonico con il presidente della Provincia Alberto Cavalli) che ha accusato «profonda insoddisfazione per l’operato del management veronese», mentre ha trovato conforto sulle «ragioni e l’equilibrio» dei bresciani «da molti altri soci della Catullo, primo fra tutti la Provincia di Verona, il comune di Verona e i mantovani». Anche il comune di Verona aveva qualcosa da ridire sul bilancio e si è astenuto al momento del voto, dimostrando forse che non si sono ancora sopite alcune diatribe aperte in Tribunale contro la Catullo. Aleardo Merlin, presidente della Provincia di Verona (che con Alberto Cavalli, presidente della Provincia bresciana, condivide la presidenza dell’autostrada Serenissima), ha dimostrato subito la sua simpatia per gli interventi di Bettoni e Bettinsoli. «Mi auguro ora» ha concluso Bettoni «che sia lo stesso Merlin a convocare un tavolo di confronto a giorni per agevolare la definizione di un buon accordo, per il D’Annunzio, tra la Catullo e i soci bresciani. È il momento per passare dalle parole ai fatti». Un programma d’accordo urgente, «per un possibile secondo grande Hub nel nord Italia», auspicato recentemente anche da Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, e da Giorgio Fossa, presidente della Sea, la società che gestisce Malpensa e controlla la Sacbo di Orio al Serio.
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Bettoni e Bettinsoli non hanno votato Soffia il vento dell’autodeterminazione
Aeroporto, i soci bresciani avvertono «E’ l’ora dei fatti»
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