Conoscevamo finora Vittorio Messori come opinionista ed affermato scrittore. Ma, francamente, non come scopritore di beni artistici di cui in verità il nostro Paese ne conserva ancora tanti da rivelare. Si deve proprio allo scrittore cattolico, che da anni abita a Desenzano e frequenta assiduamente l’Abbazia di Maguzzano di Lonato se dalla Cappella ortodossa dello splendido chiostro dell’abbazia sono venuti ora alla luce degli affreschi databili fine Quattrocento, inizio Cinquecento. A rivelarlo è stato ieri mattina il professor Giancarlo Quaglia, direttore del Centro Studi e Ricerche sul Restauro di Desenzano, in occasione della presentazione dei lavori del primo convegno nazionale sulla tecnologia nella cultura del restauro dei beni artistici che si terrà al Palacongressi di Sirmione il 7 e 8 febbraio. Messori ha intravisto su una parete della cappella ortodossa qualcosa che somigliava ad un possibile affresco. Ha allora chiamato il suo amico Giancarlo Quaglia, con il quale fra l’altro condivide le stesse preoccupazioni di vedere l’ecosistema e l’ambiente naturalistico ed artistico del Garda vacillare pericolosamente, chiedendogli una consulenza. Detto e fatto. Quaglia, che ha già portato alla luce gli affreschi di Sant’Emiliano (Padenghe), ha eseguito una ricognizione ed una stratigrafia il cui risultato è stato quello di scoprire, con il permesso della Soprintendenza ai beni artistici di Brescia, una Madonna purtroppo molto danneggiata e la figura di un probabile santo. Dunque, dallo scrigno dell’Abbazia di Maguzzano esce fuori un altro piccolo tesoro inestimabile che apre nuovi scenari sugli artisti che, durante il Rinascimento, hanno frequentato sicuramente la località di Lonato. Un ulteriore prova per sostenere quanto da tempo stanno dicendo Messori e tutti gli altri esponenti più o meno noti al grande pubblico di difendere dall’aggressione del cemento Maguzzano e la riviera del Garda. Ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica. Quella classe politica su cui ieri mattina il professor Quaglia non ha esitato a puntare l’indice. «Il fatto che non ci siano sindaci o assessori alla cultura del posto è un sintomo di malessere e di preoccupazione per chi ha a cuore la conservazione del nostro patrimonio. Noi li abbiamo invitati tutti, eppure non si è presentato nessuno: il solo sindaco di Sirmione è giustificato perchè aveva già fatto sapere di un suo inderogabile impegno». Eppure, ieri, si diceva, è stato presentato il primo convegno nazionale sul restauro, al quale hanno già aderito tutti i massimi espertti e docenti provenienti dall’Italia. E a luglio partirà un master sul restauro dei dipinti murali (info: 333.5211254; fax: 030.9911985; e-mail: info@arte800.com).
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Lonato, segnalati dallo scrittore Vittorio Messori nell’antica abbazia dove ha uno studio A Sirmione in febbraio un convegno nazionale sul restauro