Maria Gloria Mirri, consigliere comunale, non demorde e torna sull’argomento che ultimamente le sta più a cuore, dando al suo intervento, questa volta, un taglio propositivo. «Perché non si dica che sono solo critica nei confronti dell’Assessore Morandi per come fa cultura ad Arco», scrive in premessa, sperando che le sue idee siano almeno discusse, se non accolte. Qualche reazione ci sarà senz’altro, visto che sugli spettacoli estivi di intrattenimento, non condivide affatto lo sforzo del comune.Ma rispettiamo l’ordine che Mirri dà alle sue proposte. La prima riguarda il Castello: «Premesso che l’impostazione concettuale e metodologica non mi trova d’accordo, gli vorrei proporre di cercare collegamenti con soggetti che già operano in questo campo. Partiamo dal FAI con il quale potrebbe essere impostata una gestione collaborativa utilizzando l’esperienza di questo sodalizio che gestisce il castello di Avio. Senza inventare manifestazioni che non sempre sono all’altezza delle aspettative (e dei soldi spesi), si potrebbe duplicare certi spettacoli nei due castelli avendo maggiori garanzie sulla validità del programma e potendo anche conseguire risparmi di spesa. L’operazione va studiata e vanno concordate le modalità, rinunciando certamente all’orgoglio della primogenitura: ma un po’ di umiltà non fa mai male! Non si parte dal nulla, ma da una felice collaborazione per l’apertura del Castello avvenuta nell’estate del 1997.C’è anche Oriente-Occidente nella vicina Rovereto con la Direzione del quale potrebbe essere esaminata una serie di manifestazioni particolari da inserire nella specificità del castello».Sulle manifestazioni in genere (concerto di capodanno, domeniche in musica, Pasqua musicale, Segantini junior, premio Segantini, Arco estate, notte al castello, Arcorinascimento, armonie ad Arco, mostra editoria gardesana, concerto di Natale, rassegna B. Cattoi, giochi del teatro…), Mirri è perplessa perché «E’ una diluizione assurda, una eterogeneità di attività culturali ed altre di intrattenimento degne dell’effimero caro a mai dimenticati assessori capitolini.Certi spettacoli non dovrebbero gravare sulle casse comunali diretti come sono al richiamo di turisti per riempire i locali del centro. Va recuperata la tradizione dell’operatore, sia esso commerciante o ristoratore o albergatore, che investe nelle attività di intrattenimento così come ha un budget per la pubblicità. Le categorie economiche non possono star lì a guardare se qualcun altro fa qualche cosa in loro vece. Come è esemplare l’attivazione per il Natale asburgico, così gli operatori devono loro in prima persona gestire strade e piazze con piano bar e concerti. Dal Comune possono e devono pretendere che predisponga la cornice ambientale, i presupposti di base, la qualità dell’arredo urbano. A riempire i contenitori devono pensarci loro.E’ per questo che di fronte a questa congerie di cose che comprendono buono e cattivo, devo dire all’Assessore: Selezioni, individui obiettivi specifici, abbia di mira in ogni iniziativa un “valore aggiunto”. Mi fermo qui. C’è altro da dire e di molto importante. Oltre al dibattito sulla stampa che ha la possibilità di far intervenire anche altri cittadini, ne parleremo anche in Consiglio comunale, quando, a Dio piacendo, potremo esaminare e discutere il preventivo del 2001».
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L'intrattenimento non è roba da bilancio comunale
Ai turisti pensino gli operatori
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