lunedì, Dicembre 23, 2024
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Il riconoscimento ritirato dal Casante padre Waldemar Longo

Al Don Calabria il premio La Carica per aver aiutato i poveri e i più

Il quattordicesimo Premio La Carica, istituito nel 1990 per iniziativa di Giovanni Rama titolare dell’omonimo albergo-ristorante, è stato assegnato quest’anno ai Poveri Servi della Divina Provvidenza, l’opera di san Giovanni Calabria, e consegnato al superiore generale della congregazione padre Waldemar Longo nel corso di una serata conviviale. Presenti, tra gli altri, il prefetto Francesco Giovannucci, il questore Luigi Merolla, il prorettore dell’Università di Verona Alessandro Mazzucco, autorità accademiche e civili, operatori economici e molti dei precedenti insigniti. Dopo il saluto agli ospiti del presidente del centro promozionale La Carica Giovanni Rama, l’ex senatore Giuseppe Maggiore, a nome della commissione ristretta per l’assegnazione del premio (il primo a riceverlo quand’era prefetto di Verona), ha ricordato lo spirito dell’iniziativa, intesa a premiare persone che operano in settori molto diversi – dalla pubblica amministrazione alla ricerca scientifica, dal giornalismo all’imprenditoria alle professioni, che si sono distinti e resi disponibili socialmente nell’ambito della loro attività in favore del prossimo. «Questa volta», ha precisato Maggiore, «la scelta è caduta su un ecclesiastico per premiare l’Opera Don Calabria, che da anni svolge meritoria azione caritativa e di vicinanza ai più poveri e ai più deboli, non solo in campo nazionale». «L’Opera Don Calabria», dice la motivazione, «nel travaglio civile e sociale della ricostruzione italiana della fine anni Quaranta, espresse la carità nella forma più adeguata. Di fronte a fenomeni di carattere sociale e culturale seppe adeguare nella forma più generosa e intelligente la solidarietà e l’auto concreto per la promozione umana. Su queste basi continua il suo cammino e con l’assegnazione del Premio La Carica si è voluto darne pubblica testimonianza. Stile e comportamento dell’attuale Casante fanno notizia chiara e fedele di quello che è stato il fondatore». Nel ringraziare dell’attenzione ricevuta padre Longo ha subito precisato che a ricevere il premio è la Congregazione, «l’Opera in riconoscimento ai religiosi e ai moltissimi laici impegnati nell’attività sociale in favore dei poveri e dei bisognosi in completa attuazione del carisma che san Giovanni Calabria ci ha lasciato: la fede, la fiducia nell’abbandono in Dio. Il nostro fondatore non si è mai sentito padrone di niente, ma solo il Casante di un’opera di Dio, che è la Provvidenza a guidare le nostre strutture mentre nel mondo di oggi la tentazione è di puntare unicamente sull’efficacia dell’uomo. Don Calabria ci ha insegnato lo spirito di famiglia e non nominava mai le strutture come istituzioni, ma come casa dove il padrone è Dio e i nostri padroni sono i poveri che noi accogliamo come poveri servi servitori: ogni persona, ricco, povero, bianco, nero va trattato con squisitezza». Padre Longo ha ricordato che «siamo nati poveri per essere sempre attenti alle povertà. L’Opera non si è sparsa in Europa, ma è andata nei Paesi più poveri dell’America latina, dell’Africa, dell’Asia ed è presente in 13 Stati, dove porta la carità evangelica e l’amore di Cristo che ci ha tramandato il nostro fondatore».

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