Un no secco al referendum sulla cessione del vecchio stadio «Amadei». Lo ha pronunciato il sindaco di Salò, Giampiero Cipani, durante l’affollato dibattito svoltosi l’altra sera in Municipio. Il campo, quindi, sarà venduto all’asta a un’impresa edile, che ricaverà qui una cinquantina di appartamenti. Le 1268 firme raccolte tra i cittadini, insomma, non servono a nulla. C’è infatti un comma dello statuto che dice: «Il regolamento disciplina le modalità per la raccolta e l’autenticazione delle firme, per lo svolgimento delle operazioni di voto». Ma a Salò il regolamento non esiste, e le firme sono state autenticate da alcuni consiglieri comunali, secondo le regole della presentazione delle liste alle elezioni. «Ho interpellato l’avvocato Mauro Ballerini – ha spiegato il sindaco -. E anche lui è d’accordo con me. Per le firme occorrono forme di garanzia e certezza, oltre che tempi ben definiti». Atmosfera calda, con frequenti punzecchiature. Due le tesi a confronto. Da una parte la posizione degli amministratori del Polo, espressa da Barbara Botti, Bernardo Berardinelli, entrambi assessori, e dal capogruppo Bruno Faustini, pure numero uno della Comunità Parco Alto Garda. Tra i favorevoli Aldo Caffi, presidente della società di calcio. In sostanza, dato che bisognerebbe spendere 400 milioni per mettere a norma gli impianti elettrici e sanitari dell’Amadei, si è pensato di realizzare un rettangolo in terra battuta a fianco dello stadio nuovo, intitolato a Lino Turina. I lavori sono già in corso. Quanto al vecchio, meglio venderlo, sperando di ricavare tra i quattro e i cinque miliardi necessari a finanziare alcune opere pubbliche: il primo stralcio del progetto Amici del golfo (spiagge), i minialloggi protetti per anziani in località Gasia, la messa in sicurezza di immobili comunali, il quarto lotto della strada parco, alcuni tronchi di fognatura e il rondò di via Montessori. Chi vincerà l’asta potrà costruire case per 12 mila metri cubi, coprendo il 10 per cento della superfice (1.450 mq. su 14.500) e trasformando il resto in verde privato. In compenso c’è l’impegno a ridurre altre volumetrie e a creare un sistema di parchi attrezzati: 19.500 mq. lungo la strada parco, 11.700 vicino alla nuova Casa di riposo, 5000 a Campoverde, 2200 in via Silvio Pellico, 47 mila a Burago, 60.400 a Moriondo (nel vallone che da Villa scende verso la Panoramica). Dall’altra parte i sostenitori del referendum (presidente del comitato: Sergio Turri Zanoni) e i contrari all’operazione: l’ex sindaco Riccardo Marchioro, il leader del gruppo di area Ppi Renato Cobelli, Mauro Ventura ecc. Si sta svendendo un patrimonio pubblico – dicono -, un polmone verde che era la cerniera tra Campoverde e il centro storico. Per realizzare una colata di cemento che non andrà nemmeno a vantaggio dei salodiani, delle giovani coppie o dei dipendenti a reddito fisso. Nessun partito, nemmeno la lista Salò 2000 (di centrodestra) che ha vinto le elezioni aveva posto la questione nei suoi programmi. Anzichè intervenire con varianti «mordi e fuggi», sfruttando la legge 23 del ’97, che consente procedure agevolate, sarebbe opportuno – sostengono sempre gli oppositori – mettere in cantiere un nuovo Piano regolatore. Le opere pubbliche vanno finanziate senza cedere i gioielli di famiglia. Il momento di maggiore tensione è arrivato quando Cobelli ha detto che gli assessori «non sono consiglieri di amministrazione di una società per azioni, e non devono trafficare in beni immobili». Sentendosi direttamente toccato, il sindaco Cipani si è inalberato. «Io mi impegno per spirito di servizio, e pretendo rispetto – ha gridato livido di rabbia -. Altro che comprare e vendere terreni. Qui non c’è un partito degli affari. Tra tre anni tornerò a fare l’avvocato. Non ho intenzione di candidarmi al Parlamento nè in Regione. La nostra lista ha rotto un catenone, senza avere politici di professione. Abbiamo ereditato diverse cattive situazioni, e ci diamo da fare per rimediare. Inoltre, abbiamo preso in mano Barbarano e illuminato diverse contrade. Nel 2001 interverremo in piazza Carmine, piazza Vittoria, via Rive, Renzano e alla Canottieri».
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Amadei: no al referendum. Il sindaco gela le aspettative e respinge la validità delle firme raccolta
Al posto dello stadio arrivano 50 appartamenti
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