Dalla P2 alla poesia. Licio Gelli ha partecipato al primo concorso internazionale di poesia e narrativa «Città di Salò» vincendo un premio speciale della giuria con il suo libro dedicato ai miti, da cui è tratto «Il segno dell’acquario». «L’autore – spiega la motivazione – si propone di collegare i segni zodiacali ai miti dai quali sono stati originati. Il segno dell’acquario, rappresentato da un giovane che mesce ambrosia agli dei, nasce dal mito di Gianimede, il bellissimo giovinetto di cui si innamorò Giove che, per renderlo immortale, lo pose nel firmamento come costellazione di astri. Al di là della mera storia, pure affascinante, restano l’impeccabile stile dimostrato nella composizione dei versi, la proprietà e l’ampiezza del linguaggio e l’equilibrio del verseggiare a rendere suggestiva una lirica di alto contenuto». Gelli non si è presentato a Salò alle premiazioni, svoltesi nel salone consiliare: a ritirare la targa ha mandato il suo segretario. Il «Venerabile» era diventato famoso quando, nella villa di Castiglion Fibocchi, in provincia di Arezzo, gli sequestrarono la lista degli appartenenti alla loggia massonica P2. Era il 17 marzo ’81, giusto 22 anni fa. In maggio l’elenco dei 962 iscritti fu reso pubblico dalla Presidenza del Consiglio. C’erano numerosi nomi di politici, giornalisti, uomini d’affari, dirigenti dei servizi segreti (Miceli, Maletti, La Bruna, D’Amato, Fanelli, Viezzer), Giuseppe Santovito, Walter Pelosi, capo del Cesis, funzionari del Sisde, ecc. La relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta, consegnata ai presidenti della Camera e del Senato nell’84, ha affermato che «le liste sono da considerare autentiche e attendibili». Ma la Corte d’assise di Roma ha negato la fondatezza della accusa di cospirazione, escludendo che la P2 fosse una struttura in grado di interferire a un livello diverso da quello dello scambio di favori e di raccomandazioni. Dopo l’esperienza da fascista nella Rsi di Salò (la Repubblica sociale italiana di Benito Mussolini, che durò 600 giorni, tra il ’43 e il ’45), Gelli si iscrisse alla massoneria. E, rapidamente, acquisì enorme potere, grazie ai legami con la Cia. All’hotel Excelsior, nella capitale, incontrava politici (Andreotti, Cossiga, Craxi, Fanfani), militari, alti funzionari dello Stato, ministri, banchieri. L’attività della P2 era frenetica. Fra le operazioni trattate: Eni-Petronim, il Banco Ambrosiano, il crack della Banca Privata di Michele Sindona, la scalata al «Corriere della Sera», il caso Cirillo. Tornato a vita… privata, Gelli, che compirà 84 anni il prossimo 21 aprile, ha intensificato l’attività di scrittore, saggista e poeta. Collabora anche a giornali e riviste («Il Piave», «Mondo libero», «Flash», «Cultura & ambiente»). Nel ’90 si è aggiudicato il premio Dante Alighieri, nel ’91 il Magna Grecia, poi il Cinque Terre, il Grifo d’oro, lo Jacopone da Todi, il Calliope, il Delfino d’argento, il Tuscolorum, la Felce d’oro, il Città di Corato, il Manfredonia, il Pompei, l ‘Hallstahammar, la Rocca, l’Ouse Valley Poetry. Un elenco lunghissimo, come quello sequestratogli a Castiglion Fibocchi. Nel ’96 gli amici lo hanno (inutilmente) candidato al Nobel per la letteratura. Numerosi anche i volumi pubblicati. Con «Miti nella poesia» Gelli ha ricevuto il riconoscimento speciale al Città di Salò, che ha visto la partecipazione di 670 concorrenti.
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A sorpresa la partecipazione dell’ex capo della P2 al concorso internazionale Gelli, Gran Maestro di poesia