La sede principale dell’Associazione dei club degli alcolisti in trattamento (Acat) è a Lonato, in via Girelli 3, e ospita incontri il primo giovedì di ogni mese (i recapiti telefonici sono il 338-1490001 e il 339-7064702); ma i gruppi nati nel tempo nell’area del Garda e della Valsabbia sono davvero numerosi. La filosofia operativa? L’Acat si occupa di tutela della salute, ed è un’associazione privata che non dipende da alcuna organizzazione. Anche se instaura una forte collaborazione con i servizi del territorio, è costituita soprattutto dalle famiglie, che cercano di risolvere alla radice i guai provocati dall’abuso di bevande alcoliche e di altre dipendenze proponendo in alternativa la sobrietà. Nelle ultime ore, proprio l’Acat ha avuto una vetrina promozionale grazie a un dibattito ospitato dalla sala della Domus a Salò. L’ha organizzato il Comune; e in particolare l’assessore Gabriele Cominotti. Dopo l’introduzione di Gianni Capuccini («…noi abbiamo sempre le porte aperte») e di Luisa Butturini («…sul nostro territorio i problemi cominciano già nelle scuole medie: dobbiamo discutere con i ragazzi e capire i motivi»), ha parlato Emanuele Sorini. «La salute dipende da noi – ha esordito -. Abbiamo la possibilità di proteggerla e di diventarne protagonisti. In Italia ci sono 12 milioni di fumatori e altrettante persone vicine; i morti sono 80-100 mila all’anno. Tra i consumatori di alcol (40 milioni) ne scompaiono 30-50 mila ogni anno. Dei tossicomani non si conosce il numero; ma ogni 12 mesi 1500 se ne vanno». Sorini ha ricordato anche numerosi luoghi comuni che non corrispondono alla realtà: Come «latte e grappa guariscono il raffreddore»; «l’alcol scalda il corpo, è un eccitante, dà forza, fa digerire e fa buon sangue». E non ha dimenticato neppure i rapporti perversi tra alcol e pubblicità, sesso, mondo della musica e dell’arte, spiegando gli effetti negativi della sostanza sulle funzioni del cervello, prima ancora che sul fegato. E per finire ha illustrato le conseguenze di un uso smodato: reazioni sui minori, violenze in famiglia, incidenti stradali e problemi sul lavoro innanzitutto. «Le malattie e i problemi sanitari sono gli ultimi che emergono – ha chiarito -. Rischiano pure quanti consumano moderatamente alcol, e el frattempo, la nostra cultura continua a difendere il bere». E per finire ecco l’elenco dei riferimenti gardesani e valsabbini. A Gargnano, nell’ospedalino, c’è il gruppo «Rinascita»: coordinatrice Marisa Garosi (0365-22379, riunioni il lunedì alle 20.30). A Gardone Riviera, nel Centro anziani, opera la sezione intitolata a Carlo Marini che fa riferimento a Domenica Bonzanini (0365-21989; martedì alle 20.30). A Salò c’è il «Girasole», in via Ponte Vecchio 3, con incontri guidati da Luisa Butturini (339-6951714, martedì alle 20) e da Nadia Dalboni (0365-22028, mercoledì alle 20). A Desenzano, nel Centro sociale, funziona il gruppo «Ermes», con Silvia Carella (339-5449868, giovedì alle 20.30). A Lonato, in via Girelli, «Insieme è meglio» (Mila Dallariva, tel. 030-9131176, lunedì alle 20.30) e «Obiettivo sobrietà» (Roberta Orsini, tel. 030-9960332, mercoledì alle 20.30). E nel Centro sociale di Bedizzole lavora il gruppo «Sorriso», coordinato da Pierangelo Manfredini (0365-40224, riunioni il mercoledì, sempre alle 20.30). E la Valsabbia? Sono nate quattro sezioni: «La quercia» a Vestone (responsabile Daniela Pandolfo, 0365-824770, martedì alle 20.30 nel Centro anziani); «La goccia» a Collio di Vobarno (Arturo Guerra, 328-1790189, lunedì alle 20.30 nella ex scuola) e «Arcobaleno», stessa località (Antonella Bonizzoli, 0365-597220, mercoledì alle 20.30, sempre nell’ex scuola); e per finire il gruppo «Azzurro», che opera nel Municipio di Prevalle (Luca Ferrari, 348-9526233, venerdì alle 20.30.
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Un incontro organizzato dal Comune è servito a presentare un’associazione che offre una strada per la sobrietà. L’Acat punta l’indice sul costume, sulla pubblicità e sulla «promozione» del bere