Si è concluso ieri, all’Hotel Caesius Thermae, il primo congresso nazionale: «Luce e Ambiente: verso nuove soluzioni illuminate». A dispetto delle pesanti defezioni politiche della prima giornata il convegno organizzato dall’Assil, l’Associazione nazionale produttori d’illuminazione, è riuscito nella seconda sessione di lavori a richiamare in riva al Garda Gianni Alemanno, componente la V commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati.L’ex ministro delle Politiche Agricole, uomo di punta di An, non si è sottratto alle domande e interrogativi emersi il giorno prima per voce di Filippo Bernocchi, vice presidente dell’Anci. Il rappresentante dell’Associazione nazionale Comuni italiani chiedeva lumi sugli emendamenti alla Finanziaria presentati dall’Anci oltre a lanciare la proposta di non conteggiare, nel Patto di stabilità interno, le spese sostenute dai Comuni per l’ammodernamento delle strutture e i nuovi impianti di energie rinnovabili.Una proposta condivisa dallo stesso Alemanno. «Se da una parte il Patto di stabilità, parte di un quadro generale nazionale, serve a evitare l’indebitamento delle singole amministrazioni comunali, dall’altra non deve costituire un blocco tale da impedire uno sviluppo delle strategie che vanno nella direzione del risparmio energetico. Va quindi fatta una battaglia comune che consenta di inserire gli investimenti per il rinnovo e i nuovi impianti d’illuminazione fuori dallo stesso Patto di stabilità. Solo cosi si potrà dare un aiuto e una risposta reale alle amministrazioni già pronte a lanciarsi nel risparmio energetico. L’intenzione è di proporre, subito, con le altre forze politiche un emendamento alla Camera», continua Alemanno. Pronto a «bocciare» la Finanziaria per la poca attenzione verso il settore energetico.«Non trovo alcun segnale significativo verso incentivi energetici: il nostro Paese è fermo sul piano degli investimenti di settore ed è evidente la forte necessità di una strategia chiara. Ogni legge finanziaria dovrebbe avere in sé delle scelte di priorità da perseguire con attenzione, per ottenere risultati significativi. Invece assistiamo ad incentivi “ad personam”, a sorpresa, nelle pieghe della Finanziaria. Oggi siamo di fronte alla legittima necessità di avere città e zone periferiche più illuminate, per garantire maggiore sicurezza ai cittadini; di contro abbiamo la necessità di un maggior risparmio energetico. Compito della politica è trovare un punto d’incontro tra le due opposte necessità. Come? Partendo da un maggiore sostegno finanziario ai Comuni che investono nel set-tore del risparmio energetico, consentendogli di puntare anche su impianti d’illuminazione innovativi».«Purtroppo», prosegue, «l’Italia è priva in campo di energia di una vera progettualità e si muove quasi esclusivamente sull’emergenza. Le aziende che operano nel campo dell’innovazione si trovano senza validi interlocutori, col Governo che si muove verso politiche di rottamazione a beneficio quasi esclusivo del settore automobilistico. E ciò accade perché difettiamo nei progetti e nelle scelte precise», ha conclude Gianni Alemanno.In precedenza il deputato dei Verdi Camillo Piazza, segretario della commissione Ambiente, aveva auspicato maggiore attenzione dell’Enel verso i 4100 Comuni serviti. «Potrebbe facilitare il cambio delle vecchie lampade con quelle a minore consumo».Primo congresso nazionale dedicato alla luce e all’ambiente che va in archivio con i saluti di Paolo Targetti presidente dell’Assil, associazione che ha organizzato il convegno grazie anche al patrocinio del ministero dell’Ambiente e delle tutela del territorio, di Confindustria, e dell’Anie la Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche.
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L’esponente di An «sposa» i dubbi espressi nella prima giornata dal rappresentante delle amministrazioni locali: «Non vedo incentivi che aiuterebbero»