Il prossimo mese di novembre l’Anffas di Desenzano taglierà il traguardo dei 25 anni, e ai sindaci di 12 località della zona ha presentato il progetto per la costruzione di nuovo edificio, vicino alla sede attuale, in via Durighello, nella zona delle poste di Rivoltella. Il presidente Gianfranco Bertolotti, ex assessore comunale, ripercorre il cammino compiuto. «Renzo Tira – ricorda Bertolotti, nel corso di una serata del Lions club “Desenzano Alta Velocità”, guidato da Carlo Mandelli, svoltasi al Monastero di Soiano. – ha cominciato con cinque ragazzi, nei locali all’interno della casa di riposo, in via Gramsci, creando (all’inizio) un corso di formazione professionale, poi trasformato in Sfa, un servizio che inserisce i disabili in un tirocinio o in una attività. L’impegno è gradualmente aumentato: i due centri socio educativi, per i più gravi, la comunità alloggio di via Goito (ora gestita dalla associazione Mamrè), l’apertura dello sportello di ascolto per le famiglie». Il presidente spiega che, ora, vengono seguite 55 persone. Giungono dalla Valtenesi e dai paesi del Basso lago. C’è chi lavora all’interno della struttura, realizzando oggetti da distribuire per regali o vendere sui mercatini. E poi le numerose uscite: in piscina, in montagna, sui campi di tennis, di bocce e di calcio («abbiamo una nostra squadra, inoltre ci rechiamo spesso al Rigamonti per assistere alle gare del Brescia»), a teatro («ogni anno rappresentiamo una commedia»). L’ultima esperienza, da un anno e mezzo, è l’ippoterapia. Diego Melloni, il terapista che si occupa di questo progetto, spiega che, al centro «Spia d’Italia», in territorio di Lonato, vicino alla salita del Tiracollo, hanno cominciato otto ragazzi. Ora sono 15. Il cavallo, Taffy, è un purosangue inglese. «Al passo, riproduce i movimenti dell’uomo – spiega Diego, un bolognese che ha abbandonato il mestiere di odontotecnico per trasferirsi sul lago di Garda, inserendosi in un mondo completamente diverso -. I primi giorni ero preoccupato che potesse capitare qualcosa. Ma in breve, grazie a Taffy, i ragazzi hanno tratto grandi benefici, imparando a relazionarsi nel tempo e nello spazio. Un particolare curioso. Alcuni, all’inizio del corso, disegnavano la loro testa molto grossa, e il corpo piccolino, come se si sentissero rattrappiti. Al termine, invece, le dimensioni dei disegni sono cambiate». «In occasione delle nostre nozze d’argento – riprende Bertolotti – abbiamo chiesto al comune di intitolare una strada a Tira. E poi confidiamo di portare a termine rapidamente il nostro progetto, già approvato. Adesso siamo dislocati in tre strutture diverse: lo Sfa alla casa di riposo, un Cse nelle ex scuole di S.Martino e l’altro Cse (con la sede amministrativa) in via Durighello: costruito nel 2003, ci ha consentito di lasciare la cascina sotto l’ospedale di Monte Croce. Ebbene, il municipio ci ha messo a disposizione un terreno contiguo alla sede di via Durighello, dove intendiamo edificare un altro fabbricato, in modo da riunificare tutti i nostri servizi. Un investimento da 800 mila euro. Noi, come Anffas, copriremo il 50%. Per quanto riguarda la parte rimanente, abbiamo coinvolto i 12 comuni della zona (Sirmione, Desenzano, Lonato, Pozzolengo, Bedizzole, Calvagese, Padenghe, Manerba, Moniga, Soiano, Polpenazze e Puegnago), invitandoli a contribuire per alcuni anni con un euro ad abitante. Confidiamo di iniziare i lavori nel 2006, e completarli nei primi mesi del 2007». Il Lions Alta Velocità ha deciso di restare vicino ai disabili, dando loro un aiuto consistente. «Sono ragazzi solari – assicura Diego -. Stanno bene con se stessi, e gioiscono di cose minuscole». Il sindaco di Desenzano, Fiorenzo Pienazza: «Hanno la capacità di costruire e creare, con naturalezza e spontaneità. Dobbiamo farci carico delle loro esigenze». E Bertolotti ha letto la straordinaria poesia di Gerda Klein, dedicata alla figlia Jenny, simile a un gattino senza coda, che sente una musica diversa, ha le ali corte e va protetta. «Jenny è come una rosa blu, delicata e bellissima. Ma le rose blu sono così rare che ne sappiamo poco, troppo poco. Sappiamo solo che hanno bisogno di essere curate di più. Di essere amate di più».