Ecco, Ulss per Ulss, cosa prevede la proposta di delibera presto in discussione. Preliminarmente, però, vale la pena di definire il significato di alcuni termini cui si fa riferimento nei documenti veneziani. «Acuti» sono i cittadini che, malati, hanno necessità di cure immediate; «post-acuti» quelli che, già clinicamente stabilizzati, abbisognano invece di trattamenti più lunghi, perlopiù riabilitativi. «Centro sanitario polifunzionale», spiega la proposta di delibera, è invece una struttura «nella quale si prevede l’erogazione di attività extra-ospedaliere o distrettuali, come ad esempio una sede di distretto socio-sanitario, un poliambulatorio plurispecialistico, una residenza sanitaria assistenziale, una casa di riposo, un centro di salute mentale o una comunità alloggio». – ULSS 20. Fermo restando il fatto che i due ospedali veronesi rimarranno destinati ad acuti e a post-acuti, per 1.700 posti letto totali, nel rimanente territorio dell’ Ulss 20 (all’aprile 2001, 415 mila 160 abitanti divisi tra Albaredo, Arcole, Badia Calavena, Belfiore, Bosco Chiesanuova, Buttapietra, Caldiero, Castel d’Azzano, Cazzano di Tramigna, Cerro Veronese, Cologna Veneta, Colognola ai Colli, Erbezzo, Grezzana, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d’Alpone, Pressana, Roncà, Roverè, Roveredo, San Bonifacio, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo, San Mauro di Saline, Selva di Progno, Soave, Tregnago, Velo, Verona, Veronella, Vestenanova e Zimella) resteranno 518 posti sui 723 che erano attivi a fine 2000. A Cologna Veneta , le schede regionali prevedevano l’esistenza di una struttura socio-sanitaria con attività di lungodegenza, ambulatoriali, polispecialistiche e riabilitative. Ora, l’ospedale dovrebbe diventare centro sanitario polifunzionale. A San Bonifacio , ospedale per acuti, la tipologia sanitaria resterebbe uguale. A Tregnago , le schede prevedevano una struttura ad indirizzo medico-riabilitativo; se la deliberà passerà, rimarrà un centro sanitario polifunzionale. L’ospedale di Soave sarà dismesso. Marzana rimane un ospedale per post-acuti. Quanto al privato, tutto resta come prima: la casa di cura San Francesco , la casa di cura Santa Chiara , la casa di cura Villa Santa Giuliana e la casa di cura Chierego e Perbellini rimarranno come sono. La prima per post-acuti e acuti; la seconda e la terza per post-acuti specialistica; la quarta per post-acuti. – ULSS 21. Se la proposta di delibera sarà approvata, ecco cosa accadrà, invece, nell’ Ulss 21 (territorio che all’aprile 2001 contava 163.281 abitanti del comuni di Angiari, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Bovolone, Casaleone, Castagnaro, Cerea, Concamarise, Gazzo Veronese, Isola Rizza, Legnago, Minerbe, Nogara, Oppeano, Palù, Rondo all’Adige, Roverchiara, Salizzole, San Giovanni Lupatoto, San Pietro di Morubio, Sanguinetto, Sorgà, Terrazzo, Villabartolomea e Zevio). Qui, sui 652 posti letto attivi a fine 2000, ne rimarrebbero 535. L’ospedale di Legnago dovrebbe restare quel che già oggi è, ovvero struttura sanitaria per acuti. Nogara , che per le schede doveva essere struttura di rieducazione polifunzionale, diventerebbe centro sanitario polifunzionale. A Zevio continuerà la «sperimentazione gestionale sanitaria per post-acuti». A Bovolone , infine, l’ospedale previsto dalle schede per acuti accoglierà anche post-acuti. – ULSS 22 . L’Unità sanitaria 22 (242.886 abitanti suddivisi, all’aprile 2001, tra i territori di Affi, Bardolino, Brentino Belluno, Brenzone, Bussolengo, Caprino Veronese, Castelnuovo del Garda, Cavaion, Costermano, Dolcè, Erbè, Ferrara di Monte Baldo, Fumane, Garda, Isola della Scala, Lazise, Malcesine, Marano di Valpolicella, Mozzecane, Negrar, Nogarole Rocca, Pastrengo, Pescantina, Peschiera, Povegliano, Rivoli, San Pietro in Cariano, San Zeno di Montagna, Sant’Ambrogio, Sant’Anna d’Alfaedo, Sommacampagna, Sona, Torri del Benaco, Trevenzuolo, Valeggio, Vigasio e Villafranca) passerebbe da 1.519 a 1.106 posti letto, e risulterebbe così presidiata. Bussolengo e Villafranca rimarrebbero ospedali per acuti. Isola della Scala , nelle schede, veniva definito ospedale per acuti fino alla rideterminazione degli ambiti territoriali. Diventerebbe, invece, centro sanitario polifunzionale. Caprino , ospedale collocato a presidio di un territorio perlopiù montano, diventerebbe quel centro sanitario polifunzionale che anche le schede avevano prefigurato. Su quest’ospedale, tuttavia – dopo che il Tar ha dato ragione al Comune che ne contestava lo smantellamento – pare possibile che si arrivi all’accordo con un grande ospedale privato della provincia, che sembra interessato a rilevarne la gestione. L’ospedale di Valeggio sarà dismesso. Secondo le schede, grazie ad un accordo con l’azienda ospedaliera di Verona, sarebbe dovuto diventare un presidio medico-riabilitativo. A Malcesine , la sperimentazione gestionale pubblico-privato potrà proseguire – dice la proposta Gava – solo se l’ospedale utilizzerà posti letto già compresi nella dotazione complessiva della provincia di Verona. Nulla cambierà nella tipologia dell’ospedale del Sacro Cuore di Negrar (per acuti e post-acuti), né alla casa di cura Peder- zoli di Peschiera (acuti e post-acuti). Tutto uguale (post-acuti) anche alla casa di cura Villa Gar- da .
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