domenica, Dicembre 22, 2024
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La pubblicazione è stata voluta dalla Comunità, nell’ambito della promozione e sfruttamento delle bellezze naturali della zona. Visite guidate con esperti speleologi nelle centotrenta grotte e forre comprese nel territorio del Parco

Alto Garda, viaggio al «centro» della Terra

Un mondo sconosciuto e buio. Un mondo che incute paura, ma solo a chi non lo conosce. È quel piccolo microcosmo sotterraneo, composto da grotte e anfratti, bene presente anche sull’alto Garda. Un mondo variegato, che conta 132 cavità conosciute e censite e che, in questi giorni, può giovarsi di una nuova guida, titolata «Grotte e forre del Parco alto Garda bresciano», edito dalla Grafo di Brescia, su commissione della Comunità Parco altogardesana oltre che dal Consorzio «Riviera dei Limoni». La guida, risultato del lavoro di tre esperti del settore: Ruggero Bontempi, Piergiorgio Merigo e Giuseppe Zordan, è in distribuzione, corredata da una ventina di descrizioni di percorsi, mappe e livelli. Si tratta di un’opera che colma una lacuna evidente. Fino ad oggi, infatti, solamente il Comune di Tignale aveva edito qualche cosa di analogo, limitata al territorio tignalese. Anche in quel caso, la stesura era stata affidata alla coppia Zordan-Merigo. «La pubblicazione – spiega Bruno Faustini, presidente della Comunità Parco – si inserisce nel progetto “A Tutto Gas”, che ha promosso alcune modalità di fruizione dell’ambiente, rispettose ed attente alle emergenze naturali, storiche, architettoniche ed etnografiche». Scrivono gli autori: «man mano che si esplorano i meandri della terra, una sensazione primordiale attanaglia e, in certe situazioni, non è difficile calarsi totalmente nella giornata dei nostri progenitori, quando la vita si svolgeva in una grotta o l’unico rifugio era un antro riparato dal vento e niente più». Quanto al lavoro dato di recente alle stampe, questo: «vuole illustrare una parte della realtà speleologica del Parco dell’alto Garda, attraverso la testimonianza di coloro che hanno partecipato attivamente alle ricerche, mettendo in risalto sia gli aspetti morfologici delle cavità, sia gli aspetti storico culturali di queste attività». Quanto alla scelta delle grotte che vengono presentate nella pubblicazione, alcune “sono state scelte per l’importanza storico-popolare, altre perché inserite in un contesto naturalistico suggestivo, altre perché fino ad ora mai pubblicate”.

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