Carmelo Scarcella, direttore generale dell’Asl della Provincia di Brescia (comprende 164 comuni, unici esclusi quelli della Valle Camonica), interviene per respingere le accuse sulla mancanza di controlli relativi agli acquedotti. Lo fa nel corso di un incontro con la stampa a Salò, analizzando in particolare la situazione di Lonato (per alcuni giorni i cittadini hanno dovuto tenere chiusi i rubinetti, essendo troppo alta la concentrazione di nitrati) e Desenzano. «Per obbligo di legge, e mi riferisco al decreto legislativo n. 31 del 2001 – dice Scarcella -, le analisi sulla qualità dell’acqua destinata al consumo umano vanno effettuate dai gestori delle reti idriche, che devono comunicarci mensilmente i risultati, come richiesto dal Ministero della Sanità, con decreto del 26 marzo ’91». Nel distretto del Garda bresciano e della Valle Sabbia i controlli per Lonato e Bedizzole spettano insomma all’Asm, oppure al Consorzio Garda Uno per Calvagese, Desenzano, Gardone Riviera, Gargnano, Manerba, Moniga, Polpenazze, Puegnago, Salò, Soiano, Tignale, Tremosine, alla società «Acque potabili» di Goito per la località di Padenghe, alla Valgas per Agnosine, Bione, Gavardo, Pertica Alta, Preseglie, Roè Volciano, Vobarno, e, negli altri 26 paesi, ai singoli comuni (Sirmione, San Felice, Toscolano Maderno, Limone, Villanuova, Sabbio, Barghe, eccetera). «A noi – prosegue il direttore – spettano solo compiti di vigilanza esterna. Ebbene, come Asl effettuiamo 6.300 analisi microbiologiche di laboratorio, e altre 5mila (di carattere chimico, e sull’acqua di falda) le affidiamo all’Arpa. Controlliamo costantemente 613 punti, con un minimo di quattro/cinque prelievi all’anno e un massimo di 109 (in città). In provincia esistono alcune criticità, che emergono soprattutto nel periodo estivo. E’ il caso dei 12 paesi della Bassa che hanno una elevata concentrazione di arsenico geologico, e per i quali la Regione ha concesso una deroga fino al 31 dicembre. Noi stiamo svolgendo un’attività ad ampio raggio, ma occorre un adeguato impegno anche da parte dei comuni e degli enti gestori. In tempi brevi faremo il punto della situazione, e solleciteremo nuovamente il rispetto delle norme». Per il caso-Lonato, Annamaria Indelicato, direttrice sanitaria dell’Asl provinciale, sostiene che «l’Asm sapeva già da tempo dell’esistenza di nitrati in misura eccessiva (il limite massimo è di 50 milligrammi per litro, ndr). Ma la cosa è emersa solo dopo la nostra richiesta. L’ente gestore dell’acquedotto ha una responsabilità diretta, di tipo civile e penale. Noi abbiamo compiti di vigilanza a latere, e diamo un’ulteriore garanzia per i cittadini». Premettendo che già nel ’90 la Regione ha definito a rischio il territorio di Lonato, poichè la composizione del terreno lascia scorrere sostanze azotate, Raffaella Cadoria, direttrice del distretto socio sanitario del Garda, riferisce sui controlli dell’Asl. «I campioni da noi prelevati il 14 giugno (risultati conosciuti il 4 agosto) hanno svelato una presenza di nitrati di 65 milligrammi nella fontana pubblica – spiega – e di 50 in via Cesare Battisti: il pozzo di Maguzzano non era a posto. Le analisi del 18 luglio hanno rivelato che l’inquinamento si stava estendendo. A nostra richiesta l’Asm ci ha trasmesso i dati. Ebbene, l’8 giugno l’indice dei nitrati era di 53. Perchè non ci era stato comunicato nulla?». Dopo avere scavato un pozzo più profondo, il 17 agosto la situazione è rientrata nella normalità. Per quanto riguarda Desenzano, «non si tratta di un problema di salute pubblica, ma di disagio. La presenza di manganese e ferro conferisce un aspetto sgradevole dell’acqua, e provoca macchie sul bucato. Le cause sono di origine geologica. I grandi sbalzi di pressione nella rete causano il distacco delle incrostazioni delle condutture. Il pozzo di Vaccarolo, che serve pure le località di Montonale e S.Pietro, esiste dal ’93, e rifornisce l’acquedotto da tempi recenti. Il Consorzio Garda Uno e il sindaco ci hanno scritto che in autunno verrà installato un impianto di depurazione, per eliminare i disguidi». I tecnici Asl aggiungono che i controlli dell’acqua sono effettuati nel punto di consegna (il contatore), senza entrare nelle abitazioni, e prelevare dal rubinetto. I privati devono quindi tenere d’occhio le loro tubazioni poichè, talvolta, non sono in perfetta efficienza.
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I vertici sanitari della provincia ribattono alle polemiche sui controlli negli acquedotti del Garda. L’Asl chiarisce: «A Lonato l’Asm sapeva da tempo dei nitrati»