Possono finalmente essere rese note le lettere che d’Annunzio ha inviato a Luisa Baccara (1892 -1985) durante gli anni della loro intensa e lunga relazione. II Poeta conobbe la pianista, che fu lodata da Toscanini, a Venezia, durante gli ultimi mesi di guerra. La vicenda amorosa che si avvia allora è poi destinata a durare ininterrotta durante l’avventura di Fiume e la definitiva trasferta a Gardone, dove la Baccara è la compagna “ufficiale” del Comandante, come tutti chiamano il reduce dalla guerravittoriosa.Nei primi tempi d’Annunzio la chiama “Barbarella”, rinverdendo con lei uno dei più grandi amori della sua vita, quello con Barbara Leoni. Più avanti la chiamerà Smikra o Papessa, a seconda che intenda sottolineare i tratti della sua bruna bellezza orientaleggiante o maestosamente severa.Alla sua morte, il 29 gennaio 1985, la Baccarà donò al Vittoriale, dove era vissuta fino al 1938, unbaule contenente il carteggio di d’Annunzio e alcuni oggetti: cavallini in vetro di Murano, scatole e portafogli, la camicia di seta e le bende che fasciarono l’occhio ferito del Poeta nel 1916.Per quanto riguarda le lettere, la Baccarà espresse nel testamento la volontà che fossero “pubblicate” solo 15 anni dopo la sua morte.Data l’importanza del carteggio (1919 – 1938) che documenta un periodo cruciale della vita di d’Annunzio, la Fondazione provvederà a raccoglierlo in volume, in modo che sia reso noto in tempi brevi.Nell’anno 2000 si scioglie inoltre il divieto di pubblicazione di un’altra testimone di rilievo degli anni del Vittoriale, Aélis Mazoyer, la fedele governante che seguì d’Annunzio dal tempo dell’esilio francese, ha infatti lasciato un diario prezioso in cui registra quotidianamente quanto si svolge nella cittadella di Gardone. Anche il diario della Mazoyer verrà pubblicato.