La questione dell’apertura della Galleria Adige-Garda continua a dividere le istituzioni locali. La Provincia Autonoma di Trento ha riconfermato la sua intenzione di procedere con l’apertura nelle prossime ore, nonostante le preoccupazioni espresse da altre entità locali, come vi abbiamo più volte raccontato. Nelle scorse ore nuovi invii di documenti tra tutti gli enti coinvolti a firma Provincia di Trento e Regione Lombardia.
Il Contesto
Il Lago di Garda, insieme al fiume Sarca, il fiume Mincio e il bacino del Po’, rappresenta un sistema idrografico complesso che richiede una gestione coordinata. Questa necessità si scontra però con la realtà politica e amministrativa della zona: quattro regioni, quattro province e una zona periferica che non sempre riceve le dovute attenzioni.
La Decisione della Provincia Autonoma di Trento
Nonostante queste complessità, l’Autorità di Servizio Bacini Montani della Provincia Autonoma di Trento ha annunciato il 4 marzo l’inizio della manovra periodica di verifica della funzionalità dei dispositivi di apertura della Galleria Adige/Garda. L’apertura è prevista tra le 12.45 e le 18:00 del 5 marzo.
Le Preoccupazioni della Regione Lombardia
Tuttavia, la Direzione Generale Territorio e Sistemi Verdi Difesa del Suolo e Gestione Attività Commissariali della Regione Lombardia ha espresso forti riserve sulla tempistica scelta per questa manovra. Secondo questa entità, infatti, la verifica annuale dei dispositivi di apertura della Galleria Adige-Garda dovrebbe essere posticipata a un periodo successivo al superamento delle attuali condizioni di criticità date dalla quota del lago di Garda ormai prossima al livello di massima erogazione e della capacità di rilascio delle opere anch’essa ormai vicina al limite massimo.
La Regione Lombardia insiste inoltre sulla necessità che queste operazioni siano sempre preventivamente concordate con l’AIPo, l’autorità idraulica del Lago di Garda e gestore dell’impianto di Salionze.
In questo contesto, la questione dell’apertura della Galleria Adige-Garda rimane quindi ancora aperta, con una netta divisione tra le posizioni delle varie entità locali coinvolte.