Franco Venturini, bergamasco, è arrivato a Peschiera con moglie e figlio piccolo per assistere all’air show e, soprattutto, all’esibizione delle Frecce tricolori. «Li seguo da tanti anni, ma ogni volta è come se fosse la prima: l’emozione è la stessa, da sempre». Fanno questo effetto, i ragazzi della Pattuglia acrobatica nazionale: lo si percepisce chiaramente dalla partecipazione con cui il pubblico, decine di migliaia di persone tutte con il naso all’insù, segue il loro spettacolo. «Non c’è niente da dire, sono veramente bravi; e che coraggio ci vuole»; «Batte il cuore così forte anche solo a vederli… e la bandiera, è bellissima». Uomini e donne, giovani e meno giovani, il coro è pressoché unanime, pieno di entusiasmo. Con qualche eccezione, naturalmente, come quella dell’anziano che commenta: «Quanto riscaldamento buttato per aria!». «Che i ragazzi delle Frecce tricolori siano amati da tutta Italia e siano uno dei migliori biglietti da visita del made in Italy è un dato di fatto che trova continue conferme», sottolinea il generale di brigata aerea Vincenzo Parma, comandante del 5° reparto dello Stato Maggiore, da cui dipende la Pattuglia acrobatica. «La scelta delle località in cui le Frecce si esibiscono risponde all’esigenza di coprire per quanto possibile tutto il territorio, consapevoli del fatto», aggiunge il generale, «che la Pan funge da richiamo e da catalizzatore di attenzione e interesse verso tutto il mondo dell’aeronautica». «La capacità tecnica è uno dei due elementi fondamentali richiesti a questi ragazzi», ricorda il comandante del 5° reparto dello Stato Maggiore, «l’altro è la capacità di lavorare insieme: sono leader chiamati a lavorare in team. Mettere insieme così tanti talenti e farli lavorare in squadra non è da tutti. Non è un caso, infatti, che un paio di multinazionali abbiano chiesto incontri con il nostro comandante proprio per approfondire questo aspetto».
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«Sono veramente bravi, e poi che coraggio»