venerdì, Novembre 22, 2024
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L’impianto ittiogenico e sperimentale, dopo anni d’abbandono, è stato ristrutturato e domani sarà inaugurato. Sarà anche esposta la trota più grande del Benaco: pesa oltre venti chili

Apre il centro che studia i pesci

Dopo anni d’abbandono torna in funzione l’impianto ittiogenico e sperimentale in località San Pietro. Lo stabile di proprietà della Provincia, posto a pochi metri dal confine con Garda sulla passeggiata del lungolago che collega i due centri benacensi, è stato ristrutturato e sarà inaugurato domani alle 11. Saranno presenti al taglio del nastro il presidente dell’ente scaligero Aleardo Merlin, l’assessore alla caccia e pesca Camillo Pilati, quello all’edilizia Giovanni Antonio Capuzzo, la quarta commissione consiliare, gli assessori alla pesca e i rappresentanti della Regione Veneto e delle Province di Brescia e Trento, i sindaci dei Comuni gardesani, la comunità del Garda e i rappresentanti dei pescatori professionali e sportivi che operano lungo la sponda veronese. Un piccolo esercito di persone che brinderà alla nuova vita dell’ex incubatoio, allestito per la produzione ittica e la sperimentazione nel settore delle principali specie autoctone del lago di Garda, in primis il carpione ma anche la trota lacustre, il coregone lavarello e il luccio. «Lo scopo è anche quello di creare nell’impianto di Bardolino un centro scientifico per le problematiche in materia ittiologica e della pesca sul lago di Garda», afferma l’assessore Pilati. «La gestione sarà inizialmente affidata alla polizia provinciale, mentre per l’immediato futuro si pensa di affidare la conduzione alla Cooperativa fra pescatori che ha sede a Garda». L’Amministrazione provinciale ha acquistato l’edificio nel 2000 per 787 milioni di vecchie lire dall’Ente sviluppo per l’agricoltura Veneta (Esav), ora Veneto Agricoltura. «Sono stati poi spesi circa 250mila euro per la ristrutturazione e la progettazione dell’impianto, mentre 100mila euro, la metà dei quali finanziati dalla Regione, se ne sono andati per l’allestimento interno e per rimettere in moto la sperimentazione e la produzione delle specie ittiche di maggior pregio», continua l’assessore Pilati. «Sarà inoltre possibile ospitare scolaresche e predisporre particolari giornate di studio con l’aiuto e la proiezione di audiovisivi», prosegue. «Non dimentichiamo inoltre che l’ex incubatoio di Bardolino diventerà un importante centro scientifico collegato al laboratorio di San Michele all’Adige nel Trentino. Infine l’edificio sarà sede staccata delle polizia provinciale che ha il compito di sorvegliare l’area lacustre con due motoscafi». Domani, in occasione dell’inaugurazione dell’ex incubatoio, verrà presentato al pubblico l’esemplare di trota lacustre di 20,4 chili catturato nel luglio dell’anno scorso nelle acque antistanti il campeggio La Rocca. Il pesce, ora imbalsamato, era stato sequestrato dalle guardie provinciali, perché pescato abusivamente da tre olandesi. La super trota era stata avvistata, mentre si muoveva lentamente a fior d’acqua, da Leo Savoy intento a prendere il sole a bordo di un piccolo gommone a poca distanza dalla riva. Assieme ad altri due connazionali aveva circondato con circospezione il pesce che galleggiava lentamente e, dopo averlo colpito, l’aveva trascinato a fatica a riva.

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