Il prossimo 13 dicembre è il giorno di Santa Lucia. Una martire siciliana protettrice dei ciechi; avendo subito la privazione degli occhi. Le spoglie di S.Lucia erano state trafugate dagli arabi e portate a Gerusalemme, iodurante un Crociata le aveva trovate il Doge di Venezia Enrico Dandolo. Non è dato a sapersi, per quale ragione il Doge abbia portato le spogli di S.Lucia a Venezia, che diverrà in seguito importante per la città lagunare.
Nel 1700 un’epidemia colpisce agli occhi i bambini e tra le varie cose si fanno novene a S.Lucia per scongiurare il male e ai bambini viene chiesto nell’entrare i chiesa di levarsi le scarpe, con la promessa che all’uscita le avrebbero trovate piene di dolci e regali. Da qui la diffusione della festa di S.Lucia il 13 dicembre, ricordata nel Veneto, ma anche nella parte della Lombardia che è vicino alla sponda bresciana del lago di Garda. Probabilmente perché la zona del basso lago con capitale Salò, con il nome di Magnifica Patria, era sotto il dominio di Venezia. Ma tornado alla festa di Santa Lucia, molte cose sono cambiate. Una volta anni, i bambini andavano a letto presto perché si diceva che altrimenti veniva buttata negli occhi la cenere e per i più discoli c’era la minaccia che nel luogo dei doni la Santa avrebbe lasciato solo la crusca.
Al mattino del giorno tredici, i bambini si alzavano presto per vedere cosa aveva portato S.Lucia e tradizionalmente, più o meno abbondanti (a seconda delle condizioni economiche della famiglia), c’erano i dolci, la frutta e i giocattoli: normalmente bambole per le bambine, carrettini in legno, o macchinine, o altro per i bambini e si faceva gran festa. Anche con poco.
Silvio Stefanoni