Beppe Severgnini, giornalista e scrittore dalla penna sapida, prende posizione contro la distruzione della bellezza della Sardegna e afferma che non esistono difese e che è in atto il progressivo suicidio ambientale e turistico: villette a distesa costruite sulle pendici delle colline; gru e cantieri per centinaia di abitazioni. Mi sembra fotografi con queste parole ciò che sta accadendo sul nostro Garda, da Limone a Sirmione.Commenta Severgnini: «il problema è che i bei posti stanno esaurendosi». Conseguentemente, aggiungerei, avranno un futuro economico-turistico solamente le località che hanno saputo conservare i valori ambientali.Proprio mentre riflettevo su tutto questo, ecco la notizia che Touring Club Italiano e Legambiente hanno premiato Gardone Riviera con le “Cinque vele”. Leggo su “Bresciaoggi” che il «premio prende in considerazione l’uso del suolo, il degrado del paesaggio, la biodiversità, lo stato delle aree costiere, il traffico, il consumo e la produzione di energia, i sistemi di trattamento delle acque reflue, la produzione e gestione dei rifiuti, la struttura sanitaria e sociale, la sicurezza alimentare e le produzioni tipiche, la qualità della vacanza, le iniziative per il miglioramento della sostenibilità. Delle 483 località italiane prese in considerazione, appena undici hanno raggiunto il massimo punteggio. Tra queste Gardone Riviera, unico centro della Lombardia. Limone e Sirmione hanno sfiorato il vertice, fermandosi a quattro vele, Desenzano a tre».C’è da chiedersi se gli esperti del TCI e Legambiente abbiano mai compiuto un sopralluogo nel nostro territorio e visto come la collina gardonese è stata ridotta negli ultimissimi anni, in particolare come sono stati trasformati, da una brutta edificazione, alcuni comprensori di bellezza naturale integra, ad esempio quello noto in epoca mitelleuropea col suggestivo nome di Piccolo Rigi. Li inviterei anche a visitare il tratto eccezionalmente panoramico oltre il Vittoriale, verso San Michele, che sta per essere urbanizzato. Gli amici mi dicono che pure a Gargnano – territorio sinora abbastanza conservato e fra i più caratteristici – svettano le gru, annuncio di alterazione paesaggistica. Quanto alle colline di Toscolano Maderno e altre situazioni d’incremento edilizio da Salò a Sirmione la realtà è ben nota. Al di là del tema della bellezza, giustamente richiamato da Severgnini, l’affollamento di comprensori abbastanza piccoli – come il Garda bresciano, appunto – crea problemi di vivibilità. La seconda domenica di questo luglio, ad esempio, ancora alle ore 23 la coda di automobili da Gargnano a Salò era incessante e costringeva a viaggiare quasi a passo d’uomo! Se qualcuno, in una simile situazione, venisse colpito da infarto come potrebbe essere soccorso e trasportato al più vicino ospedale, quello di Gavardo, mancando adeguate strutture qui sulla Riviera di Salò?Il tema dei servizi sanitari fa parte di un altro capitolo che sta sempre più preoccupando. Dopo la chiusura di quelli di Salò si sta pensando di smantellare a Gardone il Santa Corona, reparto provvisoriamente trasferito a Villa Gemma dopo il terremoto. E l’immobile, nonostante il vincolo ospedaliero, sembra destinato ad essere trasformato in appartamenti. Salvo non si trovi una cordata di imprenditori privati che lo acquistino e lo riattivino: la sanità è oggi un grande business, come dimostrano e confermano alcune iniziative (private) della nostra zona; e lo sarà sempre più in futuro!I costi della sanità sono sicuramente alti e la Regione ha varato un piano di razionalizzazione. Ma non sembra razionale lasciare un bacino così importante come quello della Riviera di Salò – in cui il numero delle persone si decuplica nella stagione turistica –, privo di qualsiasi struttura di pronto intervento.
Lettere bresciane: «Quei giudizi sul Garda e le cose che non vanno»