La guerra nei porti per i posti barca è argomento che scotta, sopratutto tra gli addetti ai lavori, che nei porti ci vivono dalla mattina alla sera e sono testimoni diretti di quello che accade. Noleggiatori di imbarcazioni e pescatori sono unanimi nel giudicare la gestione dei porti veronesi come situazione-limite. Il presidente dell’associazione Noleggiatori del Garda, Alberto Perinelli di Sirmione, che rappresenta i noleggiatori sia portuali che extraportuali delle tre le province del lago di Garda, entra nel vivo: «La situazione dei posti barca è molto critica, nonostante le leggi regionali prevedano dei capi-porto. Abbiamo associati in tutti i porti e di fatto diveniamo referenti di tutti per i problemi che ci sono. L’abusivismo dei posti barca ormai è la regola. I proprietari dei posti sono terrorizzati ad uscire anche un’ora a prendere il sole, perché quando rientrano devono stare ore ad aspettare che l’abusivo ritorni, per poter ormeggiare nel loro legittimo posto barca». «Se, come dice la legge», continua Perinelli, «ci fosse un responsabile del porto, questi fatti non accadrebbero. Saremmo disposti a renderci disponibili e a collaborare per la gestione dei porti, ma fin tanto che la Regione Veneto non demanda le competenze ai Comuni non si risolve nulla. Nel bresciano la Regione ha trasferito la gestione dei porti ai Comuni mentre l’extra-portuale, cioè tutto ciò che è demaniale come boe, pontili, spiagge, campeggi e residence, è gestito da un consorzio dei comuni, con regolamento unico per tutto il territorio. Questo ha creato un servizio ottimale e le domande per i posti barca nei porti vengono fatte ai Comuni, che hanno il polso della situazione. Inoltre nel Veneto i canoni dei posti barca per i lavoratori del settore sono identici a quelli dei privati, mentre in Lombardia la tariffa è abbattuta del 30 per cento». Il vicepresidente dell’associazione Noleggiatori del Garda, Giovanni Olivetti di Lazise, presidente anche dell’associazione locale dei marinai, racconta: «Gli abusivi sono molti anche tra i noleggiatori. D’estate arrivano da tutte le parti persone che portano quattro o cinque barche o moto d’acqua, le mettono nei porti o nelle spiagge e le affittano. Nei porti ci sono anche barche ferme da cinque sei anni, che nessuno muove. Non è giusto occupino spazi che altri potrebbero utilizzare». «La nostra associazione», continua Olivetti, «è nata 25 anni fa con l’obiettivo di salvaguardare i noleggiatori contro l’abusivismo. Il risultato però è che sono sempre di più, con tariffe in nero che ci danneggiano molto». Perinelli riprende: «Il numero di imbarcazioni è cresciuto enormemente, ci sono sempre più barche e sempre più grandi. A questo bisognerà mettere un limite per salvaguardare l’ambiente e il settore dei lavoratori. Se continua così si rischia il collasso e a rimetterci saranno tutti. In Croazia chi arriva in barca si reca ad un ufficio competente che gli rilascia un adesivo di libera circolazione per un periodo stabilito con un tariffario. Qua invece chi controlla quante barche vengono messe in acqua e senza pagare niente?». Olivetti spiega inoltre: «D’estate il turista ormeggia nei porti dove trova un posto, poi passa la serata in paese e quando ritorna alle due di notte riparte facendo un rumore fortissimo, con motori che superano i 60 decibel e di cui si sente ancora il boato a Lazise quando sono già arrivati a Sirmione. Questi motoscafi sempre più grandi vanno anche via sparati a velocità ben superiori ai 20 nodi consentiti. L’estate scorsa i commercianti di Lazise hanno sottoscritto una petizione spedita al prefetto per protestare. Per un certo periodo c’è stato un bel controllo, ma poi è ritornato tutto come prima». «Per risolvere questi problemi», continua Olivetti, «basterebbe che il Comune mettesse le catenarie davanti al lungolago, cioè boe di ormeggio a tempo, per le imbarcazioni di turisti che raggiungono il paese, in pratica un parcheggio che favorisca la mobilità turistica in acqua». Perinelli precisa: «Se ci fossero le targhe su tutte le barche i controlli sarebbero facili, ma ormai sono gli abusivi stessi che mettono le catene alle barche per bloccarle nel posto così sono sicuri che non vengono rimosse». Giovanni Olivetti, rappresentante dei marinai, sottolinea l’attività dell’associazione: «Due anni fa, e lo ripeteremo anche quest’anno dopo Pasqua, abbiamo pulito il fondale del porto vecchio e del lungolago. Abbiamo portato via un camioncino di rifiuti con biciclette, batterie e copertoni raccolti in acqua. Da un mese abbiamo la nostra sede, nell’edificio delle ex scuole elementari di viale Roma».
!
Gli addetti ai lavori denunciano le difficoltà di chi opera con le barche e chiedono la gestione comunale. I noleggiatori: «Solo così si evita l’assalto continuo degli abusivi»