domenica, Dicembre 22, 2024
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Gli ultimi dati sulla qualità delle acque confermano l’ottima situazione del Benaco. Pochi i casi di grattarola: «E’ meglio che in passato»

Balneazione, un’estate d’oro

Anche quest’anno la Riviera del Garda si appresta a chiudere la stagione con la bandiera blu issata dappertutto (unica eccezione, secondo l’ultimo bollettino dell’Asl, la spiaggia di S. Giulia a Padenghe). Infatti, tranne sporadiche eccezioni la costa bresciana, ma anche quella veneta e trentina, hanno offerto un’eccezionale qualità delle proprie acque balneabili. Lo testimoniano, del resto, i bollettini quindicinali diffusi dal Distretto Asl di Salò o quelli complessivi elaborati dalla Comunità del Garda (poi trasmessi anche all’estero). Un’altra novità riguarda l’andamento positivo di alcune allergie che negli anni passati hanno colpito numerosi bagnanti che, venuti a contatto con acque inquinate da insetti o alghe, avevano dovuto ricorrere alle prestazioni dei sanitari dei vari pronto soccorso. Anche se l’estate non è ancora terminata, è però vero che negli anni precedenti, non appena la temperatura raggiungeva punte record di caldo, sistematicamente si registravano le fastidiose dermatiti battezzate con il termine un po’ generico di «grattarola». Quest’anno, a fronte di settimane in cui la temperatura ha raggiunto e superato ripetutamente i 35 gradi, per fortuna non si è verificato l’assedio al Pronto soccorso o alla farmacia. «Confermiamo che la situazione relativa alla grattarola è spiccatamente migliore di qualche anno fa. Ma – spiega il dottor Angelo Benedetti, dirigente del Distretto sanitario del Garda – si tratta di fenomeni biologici legati a insetti o ad alghe, perchè nel lago si verificano dei cicli annuali. Ci possono essere cioè degli anni “buoni”, altri meno buoni in relazione anche alle condizioni ambientali». Benedetti ricorda l’esempio dei «chironomi», i famigerati moscerini che invasero alcuni anni fa il circondario di Venezia a tal punto da causare inconvenienti alla linea ferroviaria. Dunque, eventi di carattere biologico, in parte sconosciuti in parte noti, sarebbero alla base di questa situazione altenante in cui viene atrovarsi spesso la riviera del Garda, soprattutto la sua zona più meridionale dove le acque sono più basse e stagnanti rispetto a quella settentrionale, più ventilata e percorsa da correnti. Basterebbe ricordare il falso allarme per l’inquinamento lanciato nei giorni scorsi fra Lugana e San Benedetto: la sostanza sospetta era in realtà una fioritura algale. Dice il dottor Crescenzo Messino, dello stesso distretto zonale con l’incarico specifico di seguire le problematiche delle acque: «Non è mai ripetitivo dare dei consigli ai turisti che utilizzano le nostre spiagge. Difatti, sarebbe bene non fare il bagno in prossimità dei canneti o in tratti dove si notano colonie di uccelli acquatici i cui escrementi, come si sa, provocano inconvenienti alla pelle venuta a contatto con l’acqua. E ancora, evitare di fare il bagno vicino a porti o in acque stagnanti, meglio farlo al largo. «Posso confermare anch’io che il fenomeno della grattarola – prosegue Messino – risulta meno intenso, ma è meglio aspettare la fine della stagione». Come si ricorderà, dopo ricerche e studi, si venne a scoprire qualche anno la causa primaria della grattarola: la «trichobilharzia ocellata», ovvero una cercaria, un parassita ospite abituale di uccelli acquatici e molluschi lacuali. Il parassita, venuto a contatto con la pelle del bagnante più sensibile, ne provocava una fastidiosa dermatite. Cosa devono fare allora i bagnanti che, per vari motivi, non possono allontanarsi da riva (pensiamo ai bambini o a chi non sa nuotare)? «Ricordando ancora una volta di evitare di bagnarsi in acque stagnanti o vicine ai canneti, una volta usciti dall’acqua bisogna asciugarsi, strofinandosi con vigore la cute con un asciugamano».

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