Il Parco delle Colline Moreniche del Garda, sogno degli ambientalisti bresciani, in verità non è soltanto un sogno. E’ una realtà che sta già nascendo, per davvero, anche a livello formale e giuridico. Per ora del futuro «Grande Parco» esistono solo alcune piccole oasi separate fra loro, ma il processo è già avviato anche nei piani regolatori dei Comuni e nella pianificazione della Provincia. E proprio il piano di coordinamento provinciale, annunciato per la primavera prossima, potrebbe mettere in moto qualcosa di importante. I dati di fatto: Manerba, già da un anno è mezzo, ha dichiarato parco di interesse sovracomunale il polmone verde della Rocca, e ha in cantiere un nuovo progetto insieme alla Regione per una tutela qualitativa della flora, della fauna e del patrimonio archeologico. Desenzano, entro la fine del 2004, darà formale destinazione a parco sovracomunale alla zona del Monte Corno, oltre ad aver avviato un progetto per creare un Parco del Risorgimento sulle colline che furono teatro della bataglia di San Martino. Lonato, dal prossimo mese di ottobre, avvierà le procedure per dichiarare «Parco» vaste aree dalla Rocca fino a Drugolo e a sud verso il lago. Piccoli pezzi, uno alla volta: serve solo una «mano» che componga in unità questo grande puzzle verde. Si può fare? Lo si sta già facendo. La Provincia, in questo senso, ha un ruolo importante. Già nero su bianco c’è un progetto di «Sviluppo sostenibile del Basso Garda», inserito nel Piano territoriale di coordinamento, che prevede tutele e valorizzazione per le aree pregiate di 13 Comuni: San Felice, Puegnago, Muscoline, Polpenazze, Manerba, Moniga, Soiano, Calvagese, Padenghe, Desenzano, Sirmione, Lonato e Pozzolengo. Nello stesso piano ci sono anche vincoli di inedificabilità (cioè l’impossibilità di cementificare) per i «gioielli paesaggistici» più preziosi. «Ma questo non vuol dire creare un Parco, obbiettivo che io giudico ancora molto difficile – precisa l’assessore provinciale al territorio, Maria Stella Gelmini -. Piuttosto, nel piano territoriale ci sono progetti di valorizzazione delle attività economiche (agricoltura e turismo sostenibile), idee per reperire risorse e non solo misure di tutela, che comunque saranno vincolanti per i Comuni. Mi spiego: se parliamo di cemento, il nostro documento prevede l’inedificabilità per aree come il Monte Corno o la Rocca di Manerba e per il profilo di tutte le colline moreniche dei 13 Comuni, e nessun piano regolatore comunale potrà prevedere il contrario. Ma per fare un grande parco su 13, su 19 o addirittura su 41 Comuni, il cammino sarà davvero molto lungo». Eppur si muove, il Parco. «E’ molto positivo che la Provincia si muova in questa direzione, ma già da prima ci siamo mossi a nostra volta – spiega il Sindaco di Desenzano , Fiorenzo Pienazza -. Ai tecnici che stanno redigendo il nuovo piano regolatore del nostro Comune, abbiamo già dato disposizione di dare destinazione di “Parco locale di interesse sovracomunale” a tutta l’area del monte Corno, estendendo le tutele già esistenti anche a un’area più vasta, che arriverà quasi fino all’autostrada. Sarebbe bello che, un domani, anche la confinante Lonato facesse lo stesso con l’area di Maguzzano, per unire le rispettive aree a parco. Ma intanto noi ci muoviamo da soli, come fanno diversi altri Comuni aspettando per il futuro un progetto di insieme». Lonato risponde bene: «Abbiamo già insediato quattro gruppi di lavoro per definire i confini, la formula giuridica, le finalità e i vincoli delle nostre aree più pregiate – spiega il sindaco lonatese Morando Perini -. A settembre ci consegneranno i risultati dei loro studi, e subito dopo noi attiveremo le procedure per ottenere la destinazione formale a parco sovracomunale, con le relative risorse per la valorizzazione. E se i Comuni vicini faranno altrettanto, anch’io dico: tanto meglio». Ma come comporre in unità la serie di piccoli (o meno piccoli) parchi locali che nasceranno per iniziativa dei Comuni? «Forse – osserva Isidoro Bertini, sindaco di Manerba (dove la Rocca è già parco sovracomunale da un anno e mezzo, primo esempio del genere nel basso lago), il collante di tutte queste iniziative isolate potrà venire proprio dal Piano di coordinamento provinciale, che è sì un obbligo di legge, ma che stavolta ha il pregio di avere recepito una profonda esigenza di chi, sulle colline moreniche, ci vive».
!
Sindaci e Provincia accelerano sulla tutela delle Colline Moreniche in 13 Comuni. Desenzano e Lonato avvìano le procedure di salvaguardia