Lo smottamento avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì sulla «Gardesana occidentale», all’altezza del Porto di Tremosine, ha riacceso i riflettori sulla sicurezza del tratto di statale che collega la nostra provincia al Trentino. Un masso di un paio di metri cubi è precipitato sulla strada, sfiorando una vettura e lasciando miracolosamente illeso il conducente. Ieri i tecnici dell’Anas erano al lavoro per programmare la posa di altre reti e di paramassi. Resta da quantificare la superficie da mettere in protezione. «I paramassi sono una soluzione superata – commenta Paolo Elena, sindaco di Toscolano Maderno – e la vera sicurezza può essere data solamente dal transito in galleria, come hanno fatto in Trentino e come si pensa di fare a Forbisicle. D’altronde, questa è la soluzione scelta anche in Liguria. Io non voglio fare polemiche, ma mi pare che alcuni sindaci siano sensibili all’argomento, altri meno. È giunto il tempo di prendere il toro per le corna, con un lavoro definitivo, smettendola con i palliativi. La fortuna? Ne abbiamo avuto fin troppa fino ad ora, ben oltre i nostri meriti», conclude Elena. Una domanda è, a questo punto, inevitabile: fino a quando sarà necessario affidarsi al magico stellone, che brilla su questa strada? E soprattutto: fino a quando continuerà a risplendere? «È superfluo ribadire per l’ennesima volta i medesimi concetti – è il parere di Manlio Bonincontri, sindaco di Tignale – perché l’urgenza della messa in sicurezza della Gardesana viene sistematicamente evidenziata da fatti rischiosi, anche se per fortuna non si registrano vittime. Il vero problema è che non sono all’orizzonte possibili soluzioni a fronte di una situazione di estrema pericolosità. «Non ci sono programmi e pianificazione di interventi se non quelli di cui si parla da anni. Il problema, appunto, è che se ne parla solamente», conclude Bonincontri. Quanto agli attimi di terrore passati dal quarantenne, che era alla guida della sua Mercedes l’altra notte, l’imprenditore friulano va ad allungare la già corposa lista di chi può accendere un cero di ringraziamento per avere scampato il pericolo. L’episodio più recente risale a neppure tre mesi fa: a fine gennaio un paio di muratori di Tremosine, che tornavano a casa dopo il lavoro, hanno visto la loro vettura, una Suzuki, centrata nella parte posteriore da un masso di tre quintali, all’altezza di Forbisicle. Solo danni alla carrozzeria, anche quella volta, con il conforto dell’incolumità dei viaggiatori. Non c’è che dire: se si eccettua la tragedia che tre anni fa ha colpito una famiglia per la morte di Gino Avancini, travolto da una frana alla Rocchetta di Riva, fino ad ora la buona sorte ha impedito altri lutti, magari per pochi decimi di secondo, o per circostanze occasionali. La stessa frana che costò la vita al povero Avancini (che era diretto da Riva a Limone a bordo di un motocarro Ape) sfiorò un’insegnante di Toscolano Maderno che si fermò appena in tempo, protetta da una galleria. Purtroppo la donna, scampata a quel sinistro stradale, morì per altre cause qualche mese dopo. Da ricordare il rosario di frane che solitamente va a cadenzare i mesi estivi quasi dopo ogni temporale: almeno due gravi smottamenti sono andati ad abbattersi sui piazzali di sosta di un hotel limonese. Vetture travolte da fango e detriti anche in quelle occasioni, ma nessun danno alle persone. Discorso a parte meritano le grandi frane che alla fine del 2000 hanno rovesciato a lago migliaia di metri cubi di materiale a Nanzel e alla Rocchetta. In una circostanza la fortuna fu propizia per il medico di Limone: la figlia aveva scordato in casa il cellulare e la partenza fu ritardata provvidenzialmente, evitando l’appuntamento con la morte. Tantissimi rischi, quindi, negli ultimi tre anni, e per fortuna un solo lutto. Battista Martinelli, sindaco di Limone, non usa mezzi termini: «Che sia il caso di mettere di mezzo la magistratura? Non è credibile che vengano spesi milioni di euro in zone d’Italia meno importanti, mentre questa che è una strada di grande collegamento tra l’Europa e l’Italia viene trascurata sotto l’aspetto della sicurezza. «Noi continuiamo a parlare e andare di qua e di là, ma siamo sempre al palo – sottolinea Martinelli -. È il momento di intervenire e di spendere i soldi. A mio modo di vedere le priorità degli interventi sulla Gardesana vedono in testa il tratto tra il Trentino e Limone, quindi la zona di Nanzel, poi Forbisicle. Il masso caduto a Tremosine? Si tratta di un evento anomalo, perché da quelle parti non ne sono mai caduti. Forse il fatto è stato determinato da altri motivi, che hanno portato a sfiorare per l’ennesima volta la tragedia. A questo punto, o si fanno le cose sul serio o bisognerà cercare le responsabilità». Nel frattempo, l’altra sera un’altra frana ha investito un tratto di territorio limonese, vanificando i lavori eseguiti dal Comune (con una spesa di 50.000 euro) per interrare servizi di fognatura, acquedotto, telefonia di alcuni alberghi e abitazioni.
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La Gardesana a rischio. Il sindaco di Toscolano avverte: non si può contare solo sulla fortuna. Martinelli (Limone): «Dobbiamo chiamare i magistrati?»
Basta paramassi, meglio le gallerie
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