“Benaco sprofondò più 2000 anni fa nelle acque del Garda”.Un saggio di un ricercatore veronese fa luce sulle antiche origini del lago di Garda. “La oltre il promontorio giace silenziosa una città sommersa che cade in un abisso di nascosta gente…” L ’antica Benaco , “polis” che anticamente diede il nome al lago , sembra riemergere dalle acque Come un mostruoso essere marino delle profondità , il lago se l’era inghiottita secoli fa in seguito ad un evento catastrofico : un terremoto o forse un alluvione seguita da una frana. A dirlo , in un saggio storico , è il ricercatore Andrea Torresani. “Benaco un’ Atlantide perduta nel Garda” questo il titolo del libro edito dall’Associazione Corriere della Riviera, è stato presentato di recente nella sala conferenze della FNAC di Verona alla presenza di geologi ed esperti , riporta alla memoria tramite antiche testimonianze ritrovamenti lapidei e riferimenti geologici , le origini della civiltà benacense. Una ricerca affascinante iniziata una mattina di due anni fa dallo studio di un cippo romano ,scoperto a San Vigilio e oggi conservato tra centinaia di reperti d’epoca romana , al museo maffeiano di Verona. : “ L ‘arrivo a Benaco Q. di Samicio Marino sciolse il voto volentieri” si legge sulla lapide. “Di fronte a tale scritto “ spiega Torresani”rimasi sorpreso .Anche perché era l’unica epigrafe che citava Benaco e approfondii le ricerche per valutare se quel “Benaco” avesse qualche riferimento con l’ antica Villa che aveva dato il nome al lago .Confrontando diversi testi antichi,”continua” arrivai alla conclusione che Benaco doveva essere realmente esistita. Come fa anche presente il cronista medievale Zagata che narra ,come nel 243 dopo Cristo ,un terremoto di immani proporzioni sconquassò la zona di Toscolano Maderno subissando l’antica “cittàdina” che aveva dato il nome al lago”.E’mai possibile che sul placido Garda, oggi solcato da leggiadri velieri e visitato da milioni di turisti , sia avvenuto un fenomeno simile ? Scrutando approfonditamente le carte geologiche si può notare che la profonda gola in cui si adagia il lago “cullato” dalle catene montuose ,altro non è che una sinclinale(piega) che sta sprofondando anno dopo anno. Dall ‘altra si vede che i fenomeni di contatto tra la placca europea contro quella africana generano una forza in direzione (NordNordEst ) verso la catene del “Monte Baldo” che pressato da movimenti tettonici delle prealpi bresciane, si sta lentamente innalzando .Per fare un esempio, come un foglio di carta compresso con le mani in cui la parte che si piega verso il basso è il fondale del lago ,mentre quella che s’inarca verso l’alto è la vetta del Baldo . Nell’area bresciana di Toscolano vi sono poi tutta una serie di accavallamenti rocciosi con la presenza di piegamenti del terreno. Tale situazione è generatrice di sismi e fenomeni franosi. .Dall’altra recenti studi indicano che nella zona prossima Salò circa 6000 anni fa è si è verificata una frana di immani proporzioni.Frana che poi sucessivamente ha subito un assestamento provocando la scomparsa dell’insediamento abitato di Benaco .Si ricorda poi di recente, agli inizi del novecento, il disastroso terremoto di Salo’ .Dice l’autore medievale Eusebio: “Io non trovo apertura alcuna notabile che sia men grande di questa, ma se di questa s’ha da intendere ,non posso se credere che chi la scrisse prima e alcuni che lo imitarono poi ,pigliassero per errore qualche centinaio di anni ,per ché se questo fatto non fosse più antico, se ne havarebbe notizia dalli avoli o bisavoli nostri” .Un “incipit” che serve ad indicare una profonda frattura nel terreno che si vede tutt’ oggi a Toscolano Maderno e da cui sgorga un torrente, ma anche l’ipotesi che la scomparsa di Benaco non risalga proprio al 243 D.C. Tracce di un antico sommovimento del terreno restano ancor oggi. Gli antichi resti della villa romana che si trova in riva al lago , sembrano proprio dare impulso alle antiche origini di Toscolano che già dal nome ricorda le popolazioni dell’Etruria. “Ed è in questa direzione “spiega Torresani che bisogna rivolgere le nostre ricerche perché Strabone , valente geografo romano , non sembra citare il sommovimento che colpì Benaco. In effetti Benaco può essere certo prosperata in epoca etrusca o anche prima con una serie di fitti scambi commerciali con l’Adriatico.Resti di strutture urbane etrusche si trovavano sparse sul lago di Garda come poi anche poi si può dedurre nei nomi dei centri urbani prossimi al lago.Le antiche navi partivano da Benaco”continua Torresani” cariche dei rigogliosi prodotti lacustri e attraverso il Po’ arrivavano sino ad Adria .Da lì altre imbarcazioni ripartivano dal Po per arrivare sino il lago facile via di comunicazione verso il Nord dell’attuale Italia”.Era evidente la dominanza dei benacensi.Catullo chiame le onde del lago nei scritti “lidie” definendole proprio col nome di quelle popolazioni provenienti dalla Grecia che avevano colonizzato l’Italia centrale :gli Etruschi.Plinio il Vecchio poi riporta che per il modo di effettuare dei sacrifici da parte dei Lidi , vennero soprannominati Tusci.E da li derivò il nome di Toscolano dove prima doveva sorgere l’antica Benaco.Ma benacensi dovevano chiamarsi tutti gli abitanti del lago , nonostante che ci fossero altri nuclei abitativi di certa importanza. “La fine di Benaco fu allora un fenomeno disastroso , per anni il lago ne conservò il nome”spiega Torresani . “Finché”verso il 800 d.c. sulla sponda orientale la nascente Garda(dal germanico-WARTE –guardia) , sulla cui rocca era stata edificata una struttura fortificata, prese il sopravvento che la portò a guida di una giurisdizione che si estendeva dall ‘Adige sino all’isola di Garda(oggi “del Garda”)”.L ‘antica civiltà etrusca-latina prima colonizzatrice del lago, ormai dispersa, lasciò spazio anche negli antichi documenti, alle popolazioni del Nord Est europeo che spingevano verso sud. “Anche per Garda” spiega lo studioso la leggenda parlava di una città sommersa.Ma questa ipotesi,tramandata dai pescatori del centro lacustre , è certamente trascurabile visto che nessun riferimento storiografico e geologico esiste.I pescatori , sentendo parlare dell’”antica cittade lacustre” supponevano nel corso delle loro battute di caccia notturne di sentire il campanile in fondo al lago risuonare.In realtà le campane erano quelle dell’ Eremo dei frati Camaldolesi, che col vento risuonavano . Semmai”conclude il ricercatore” in tempi più antichi(come si vede dalle sabbie depositate), l ‘Adige tracimò per arrivare fin sotto la rocca di Garda distruggendo degli insediamenti palafitticoli testimoniati da pali ancor oggi conficcati nei fondali”.Ma la storia di Benaco, antica civiltà del lago , è prosperata sulla riviera bresciana che si stende oggi sulle acque inscrespate del lago in festa .Ed in quest’oasi naturale che Benaco assume la valenza dell’Atlantide perduta.Anche se della leggendaria città platonica, la civiltà lacustre ha una ben più concreta valenza documentaria,visto che il nome di Benaco è segnato nel territorio e nella memoria dei tempi.
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Il Garda,il più grande lago d’Italia, agli albori delle sue antiche origini