Il Consiglio regionale della Lombardia ha recentemente approvato una Risoluzione fondamentale per il recupero dei beni confiscati alla criminalità organizzata, con l'obiettivo di promuovere la giustizia sociale e lo sviluppo del territorio. Paola Pollini, Presidente della Commissione Antimafia, ha sottolineato l'importanza di trasformare questi beni in opportunità di crescita e inclusione, affermando che la lotta contro la criminalità non si limita all'azione repressiva, ma richiede anche misure concrete per favorire legalità e sviluppo.
La Risoluzione approvata mira a rivedere i criteri per l’erogazione dei contributi ai Comuni lombardi, facilitando così il recupero dei beni confiscati. Pollini ha dichiarato: «Abbiamo dimostrato che un insieme di sensibilità diverse può portare a risultati significativi. Dobbiamo trasformare ogni bene confiscato in un'opportunità di crescita». Questo approccio è supportato da un Piano Strategico di Legislatura già esistente, che intende valorizzare i beni confiscati attraverso misure integrate.
Tra i punti chiave della nuova Risoluzione ci sono la revisione dei criteri di finanziamento per aumentare il cofinanziamento regionale e l'introduzione di strumenti di programmazione negoziata. Tali misure sono pensate per rendere più accessibile ed efficace il processo di recupero degli immobili confiscati, specialmente per i Comuni più piccoli che spesso faticano a reperire risorse adeguate.
Pollini ha anche evidenziato come la Regione Lombardia occupi una posizione significativa a livello nazionale, con oltre 2.600 beni sequestrati e confiscati sul proprio territorio. La strategia adottata rappresenta un passo importante verso la restituzione sociale delle proprietà sottratte alla criminalità, puntando a trasformarle in spazi utili per servizi ai cittadini e opportunità lavorative.
Con questa iniziativa, il Consiglio regionale si impegna non solo a migliorare le condizioni economiche locali ma anche a inviare un messaggio forte contro l'illegalità, promuovendo luoghi di inclusione sociale e partecipazione attiva della comunità nel processo di riutilizzo dei beni confiscati.