domenica, Dicembre 22, 2024
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A Desenzano e sul Sebino i due impianti in esercizio

Bilancio della filiera gestita dalla Provincia Carpione, funziona l ripopolamento

Sistemi ittico e ittiologico al vaglio della IV commissione provinciale che ha testato ieri lo stato di salute della filiera. I numeri parlano di 400 mila euro all’anno destinati al settore provinciale della pesca (parte dell’assessorato Caccia e pesca) che oltre ad essere il riferimento per l’attività dei pescatori locali può contare anche su due incubatori ittiogenici: uno (stabile) a Desenzano e un altro per ora in località Polle (tra Iseo e Cortefranca), per il quale si sta cercando un nuovo sito. All’appello mancano «il vecchio progetto di incubatore a Vezza d’Oglio mai portato a termine e il sogno di un nuovo incubatore in alta Valle Trompia» afferma l’assessore Alessandro Sala che ieri ha fatto il punto della situazione in Broletto di fronte alla commissione. CARPIONE, coregone, trota fario, trota marmorata e luccio. Sono le specie allevate nel centro gardesano, attivo dal 2004. Il primato di esemplare più numeroso va al coregone: la stagione 2008–2009 conta oltre 56 milioni di avannotti (i piccoli dei pesci, nella fase immediatamente successiva a quella larvale). Oltre alla sperimentazione avviata con le trote (200 mila trote fario e 50 mila marmorate prodotte negli ultimi tre anni), dal 2008 è partito il «Progetto carpione» in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico «Ubertini» e la Regione Lombardia per la salvaguardia e la tutela di una specie in via di estinzione presente unicamente nelle acque del Benaco, molto ambito dai pescatori e, soprattutto, dai buongustai.IL PROGETTO (dal costo di 303 mila euro, 140 mila dei quali finanziati dal Pirellone) ha l’obiettivo di sostenere interventi di tutela della specie attraverso tre fasi: cattura di esemplari, fecondazione delle uova e primo accrescimento delle larve a Desenzano e quindi trasferimento degli avannotti a Tremosine fino all’avvenuta maturità sessuale. I risultati per ora parlano di circa 4000 avannotti prodotti.I pescatori dilettanti in Provincia di Brescia sono 33 mila 465. La licenza costa circa 60 euro, per un totale di quasi 2 milioni di euro che finiscono direttamente nelle casse regionali. Restano invece alla Provincia i proventi delle licenze turistiche (che, al costo di 5 euro l’una, consentono l’attività per un periodo limitato dell’anno): nel 2008 se ne sono contate 1059. Diminuiscono i pescatori professionisti (sono in tutto 79 di cui 46 sul Garda, 30 sul Sebino e 3 sul Lago d’Idro).

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