Dopo aver attraversato mezza Italia, piccoli centri e città come Verona, Ferrara, Ravenna, Urbino, Assisi, Siena, Firenze e Bologna, le auto storiche sono arrivate puntualissime alle 22.30 e sono state accolte da due ali di folla al tradizionale arrivo in viale Venezia. Bellissime e superblasonate, hanno risentito della corsa: partite tirate più che mai a lucido, sono arrivate sempre scoppiettanti ma provate, cariche di un’emozione lunga due giorni. Alcune con fatica hanno superato la piccola salita che portava al palco, tant’è che l’equipaggio russo si è prodigato a spingere quelle più in difficoltà.La prima vettura a tagliare il traguardo è stata la numero 2, una Om, storica marca bresciana, del 1925, guidata da un equipaggio scozzese, accolta da due flute di spumante Berlucchi, sponsor della Mille Miglia, rito che si è ripetuto con tutte le auto in corsa.Ma la vittoria quest’anno è tutta italiana: Luciano Viaro, in coppia con il figlio Antonio, ha colpito ancora e per la terza volta si è aggiudicato la Mille Miglia. L’imprenditore triestino 65enne già aveva vinto l’edizione dell’anno scorso in coppia con l’ingegnere Luca Bergamaschi, bissando il trionfo del 2005 condiviso con Maurizio De Marco. Vittoria ottenuta anche stavolta con l’Alfa Romeo 6C 1500 S del 1928. Nel 2006 il friulano giunse secondo alle spalle del recordman della Mille Miglia, Giuliano Canè (nove titoli dal 1992 al 2006). La mitica 6C 1500 S ha caricato tutta la scuderia dell’Alfa Romeo al completo, raggiante per il quarto trionfo assoluto nelle Mille Miglia e così è arrivata sul podio.«Io come Canè – dice Luciano Viaro –? No, no, per favore. Distinguiamo: io sono io». Viaro non gradisce molto l’accostamento con Giuliano Canè, sarà forse che la sconfitta del 2006 gli brucia ancora. «Ho vinto per tre volte – afferma -: la prima volta ho pensato che avrei potuto emulare Moss, la seconda è capitata e la terza è perfetta, cosa c’è di più perfetto del numero 3?»Secondo il vincitore, la Milla Miglia è stata tecnicamente difficile come tutti gli altri anni: «L’organizzazione è stata grande e la festa a Roma bellissima, ma bisogna capire che Roma è solo un giro di boa, si parte e si torna a Brescia, insomma il cuore della gara è la vostra città e invece quest’anno si è sentito battere poco». Secondo il vincitore triestino «quest’anno non si è proprio sentita l’anima bresciana, alla scorsa edizione c’era gente entusiasta a ogni rondò e anche il centro era vivo e accogliente. Quest’anno anche la partenza, che di solito è il momento più emozionante, è stata fredda, senza quel clima di festa che ha caratterizzato le altre».Secondo classificato l’argentino Sanchez, per il quale la Mille Miglia 2008 è stata «faticosa e meravigliosa». C’è certo la fatica fisica che comporta il gareggiare con auto d’epoca «l’alternanza di caldo-gelo, sole-pioggia, ma tutto è superabile, perché i paesaggi italiani sono incredibili, come splendidi sono i borghi che costeggiano tutto il percorso». L’organizzazione secondo Sanchez è stata buona: «Forse si deve migliorare la gestione degli alberghi, ma sicuramente il rapporto con i partecipanti è stato caratterizzato da un clima più amichevole». Unica pecca, sottolineata anche dall’argentino, «è stata Brescia: è come se quest’anno non avesse vissuto intensamente l’evento come gli altri anni. Nel 2009 la vogliamo vedere più coinvolta, perché la Mille Miglia è Brescia».
Viaro racconta la «sua» corsa e rivela come ha vissuto il doppio successo consecutivo (dopo quello conseguito nel 2005) nella «Freccia rossa» Il trionfatore e il secondo classificato, l’argentino Sanchez, sono concordi: «Brescia può dare di più»