Dopo Roma, Giuliano Canè conquista anche Brescia. Il bolognese vince la sua decima Mille Miglia, quella della «stella», raggiunge un obiettivo che inseguiva da anni e si conferma il più grande regolarista della storia. Di più: ha vinto contro il suo grande rivale Luciano Viaro, accreditato di una vettura con un coefficiente migliore, ha vinto nell’anno dove tutti i migliori erano in gara. Canè ha perso il venerdì il suo rivale più pericoloso, quel Giovanni Moceri tradito da un tappo del carburatore inspiegabilmente allentatosi a metà della seconda giornata di gara. «Era l’avversario più pericoloso», commentò amaro Canè. Ma la lotta è stata comunque durissima, da Roma fino a Brescia, da Vico fino a Fiorano.Dopo la prima prova di Vico e complice l’annullamento delle altre quattro per un preoblema tecnico, il bolognese si è ritrovato con 158 punti su Viaro e 209 su Bruno Ferrari, 221 sul bresciano Fabio Salvinelli che aveva chiuso in testa la prima giornata di gara. Ben più significative le tre prove di Radicofani: Viaro accorcia le distanze, si ritrova a sole 52 lunghezze di distanza dal grande rivale bolognese che non infila tre prove spettacolari. Dietro il grande duello, saliva l’argentino Juan Tonconogy e quindi il modenese Gilberto Mozzi che con la sua Aston Martin del ’33 si presentava nelle zone della graduatoria. Quinto posto per Roberto Vesco, sempre a ridosso dei migliori ma mai in grado di dare la zampata decisiva per la zona podio.LA LOTTA non è cessata nemmeno nelle dolci colline toscane: a Montalcino Canè mette ancora un po’ di fieno in cascina, conquista qualche punto più di Viaro e porta a 106 lunghezze il margine. Nella regolarità, un’inezia: al terzo posto, nell’infinito valzer per l’ultimo gradino del podio Giordano Mozzi, eroe di giornata ma ormai staccato di 690 punti e quindi fuori dai giochi per la vittoria. Al quarto posto Tonconogy seguito da Viaro e dal siciliano Enzo Ciravolo al volante della Bmw 328 del ’37. Con una differenza «infinitesimale» i due duellanti si presentano alle prove di Monghidoro dopo aver scalato Futa e Raticosa: ed è proprio in provincia di Bologna, su quelle strade che Canè conosce come e meglio delle sue tasche che il bolognese firma il capolavoro: Viaro «stecca» e si ritrova secondo, staccato di 754 lunghezze, alle spalle anche del sempre più sorprendente Mozzi a 742 punti da Canè. In corsa per il podio anche Ciravolo, quarto, e Vesco, quinto. Fuori dai giochi per il podio Ferrari, settimo, oltre a Salvinelli, sceso fino all’ottavo posto. Buon decimo Gaburri seguito da uno straordinario Michele Cibaldi, il migliore in assoluto per numero di penalità ma «fermato» da un coefficiente poco premiante.A Loiano, con la vittoria quasi in cassaforte, Canè non chiude la partita: Viaro si avvicina a 77 punti, Ciravolo sale sul podio virtuale «spodestando» un ottimo Mozzi. L’ultima prova, nel circuito Ferrari di Fiorano. vede Canè controllare la situazione, tiene i nervi saldi e si mette in tasca la sua decima Mille Miglia. Un sogno che si realizza nella corsa che l’ha fatto conoscere al grande pubblico. Gloria anche per i bresciani: in quattro, Salvinelli, Ferrari, Vesco e Gaburri, chiudono nei primi dieci.
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Il pilota bolognese e la moglie ancora una volta trionfatori sul traguardo affollato di viale Venezia Canè «re» a Brescia: vince la sua decima Mille Miglia Daniele Bonetti Battuto il rivale di sempre Luciano Viaro, dopo che venerdì si era già arreso l’avversario più pericoloso Giovanni Moceri