Al Vittoriale di Gardone sono iniziati i lavori di sistemazione della Prioria. L’impresa edile «Società costruzioni generali» di Toscolano Maderno sta restaurando il tetto della casa-museo di Gabriele D’Annunzio. L’intervento, finanziato con fondi propri (la Fondazione, presieduta da Annamaria Andreoli, può contare sui cospicui introiti dei visitatori), ha come obiettivo sia la rimozione delle parti in amianto che l’eliminazione delle infiltrazioni d’acqua che danneggiavano l’edificio. Il manto di copertura è stato tolto, allo scopo di collocare una nuova guaina impermeabilizzante. I lavori dovrebbero essere ultimati entro Pasqua. «Negli anni ’30 – rammenta il progettista, architetto Sandro Berther – Giancarlo Maroni rifece una parte del tetto, in laterizio armato, per cui adesso abbiamo collocato la guaina e rimesso i coppi. Un’altra parte, in legno, è invece ancora più vecchia. Di conseguenza richiede attenzioni e cure particolari». In futuro bisognerà provvedere anche alla copertura dell’auditorium. La Prioria, sempre più visitata dalle comitive di studenti in gita scolastica, venne restaurata dal poeta-soldato sul modello del Palazzo del podestà di Arezzo, e arricchita di stemmi, lapidi e frammenti vari. Sopra la porta-finestra c’è il motto «Nè più fermo nè più fedele». Le grate ripropongono il cordiglio del saio di San Francesco. Il vestibolo contiene due piccoli leoni (per allontanare gli spiriti del male), il cancelletto dorato, gli angeli. Nella stanza del Mascheraio ci sono un grammofono, una radio, dischi e libri. In quella della Musica cimeli, strumenti, colonne, idoli orientali. Nella stanza del mappamondo, accanto al grande globo sul tavolo, ecco la maschera funebre di Napoleone e alcuni oggetti che appartennero al Bonaparte. Nella Zambracca (significa «donna da camera»), dove la sera del 1 marzo ’38 D’Annunzio accusò i sintomi dell’emorragia cerebrale che lo portò alla morte, vengono conservati la biancheria e gli abiti. Nella camera da letto ci sono gli elefanti policromi trasformati in comodini, maioliche, cuscini, tappeti. Più di 900 gli oggetti nel bagno blu. Nella stanza del Lebbroso, che è stata «la cella di meditazione» ci sono le fotografie della sorella Elvira, di Eleonora Duse e di altre donne amate, la scultura lignea di S. Sebastiano, un letto a forma di culla e di bara, cinque vetrate ornate. Ultimata la sistemazione dei tetti, la Fondazione dovrà reperire i quattrini per riparare i danni del terremoto.
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La casa-museo di D’Annunzio. I lavori a una impresa di Toscolano, termine entro Pasqua