Pausa invernale con fogli di giornale alle vetrine Un commerciante sceglie un tocco di buonumoreSabato 06 Dicembre 2008PROVINCIA,pagina 39e-mailprint Il negozio costellato di immagini «scacciatristezza» da tutto il mondo Cinque vetrate zeppe di cartoline da tutto il mondo. Si presenta così il negozio di frutta e verdura di Luca Consolini, piazzato all’unico incrocio semaforico, in pieno centro e a bordo della Gardesana, a Torri.I mesi di novembre, dicembre, gennaio e febbraio sono quelli in cui la maggior parte delle attività commerciali dei centri rivieraschi chiude, al termine della stagione turistica.Di solito, in barba al decoro e al senso del gusto, la quasi totalità delle vetrine dei negozi chiusi per ferie protratte anche per tre o quattro mesi, ospita solo fogli di giornale che celano l’interno dei locali, quando non addirittura fogli di carta da pacchi marrone. Una vera tristezza. Ed è così anche in pieno centro. Un’aria di smobilitazione, di disordine e chiusura definitiva che certamente non impreziosisce nè abbellisce il paese.In certi periodi, nonostante l’iniziativa dell’amministrazione comunale di ridurre notevolmente i costi del plateatico a chi tenga il locale aperto per periodi di più di nove mesi, per contare i bar, pizzerie, ristoranti e hotel aperti le dita di una mano sono spesso troppe.Tristezza bandita invece dalle vetrine del negozio di Luca Consolini, 37 anni, il quale, con l’aiuto della moglie Mirna, ha riempito le cinque tra vetrate e porte d’accesso del locale, con centinaia di coloratissime cartoline.Il negozio è rimasto chiusoper tutto novembre ma, almeno, costellato di belle vedute di posti anche lontanissimi, grazie ai vivi ricordi mandati al giovane commerciante da amici, parenti e conoscenti dagli angoli più remoti.Non è certo il modo di risolvere i problemi della scarsità di servizi invernali sul lago, ma è stato almeno un contributo di fantasia che non incute la solita tristezza nell’animo dei pochi visitatori del fine settimana, o dei concittadini.
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Una singolare iniziativa contro l’effetto «chiuso per ferie»