E per questi motivi, si rende necessario rafforzare la struttura patrimoniale con 40 milioni di euro. Si conclude così la lettera che il presidente della società che gestisce l’aeroporto Catullo e lo scalo di Montichiari, Fabio Bortolazzi, ha inviato ai soci il mese scorso dopo l’approvazione di una semestrale che presenta dati negativi, peggiori del previsto. Già a maggio, in sede di approvazione del bilancio 2007 Bortolazzi aveva chiesto un aumento di capitale ma era di 35 milioni, adesso la posta sale. E soprattutto non si fa più parola di quel piano di sviluppo che in 5 anni tra Verona e Brescia prevedeva quasi 200 milioni di euro di investimenti.Il Catullo, anzi il sistema degli aeroporti del Garda, insomma è in difficoltà. Si prepara a chiudere l’anno con una perdita attorno ai 5 milioni di euro; per la prima volta dopo anni di continua e tumultuosa crescita, i passeggeri a fine anno saranno in flessione: 3,4 milioni contro i i 3,65 previsti e i 3,5 dello scorso anno. Colpa, certo, di una crisi finanziaria mondiale, ma anche di debolezze strutturali, di polemiche interne, di contrasti con i soci bresciani sullo sviluppo di Montichiari che secondo le intenzioni di maggio doveva diventare il secondo scalo merci italiano e invece adesso fa i conti con una forte riduzione dei voli cargo proprio sullo scalo di Brescia.Infatti, scrive Bortolazzi nella relazione ai soci datata 28 ottobre, il risultato economico del Catullo sarà in sofferenza anche per la riduzione dei volumi cargo su Brescia, visto che la Ocean Airlines non è stata sostituita, ed è a rischio l’operatività di Alitalia e Air One sia sul Catullo che su Montichiari. Problemi interni che sono accompagnati da difficoltà tecniche che vanno dal mancato adeguamento delle tariffe dal ministero, alla security, alle tariffe Enac. Sofferenze legate alla routine di tutti i giorni, ma che in questo quadro internazionale vengono aggravate dalla situazione economica e congiunturale che ha accelerato, dice Bortolazzi, la necessità di agire. E infatti, se il 2007 ha chiuso con una perdita di 1,7 milioni di euro, il bilancio del primo semestre prevede perdite per 4,7 milioni di euro rispetto ai 4,1 previsti a inizio anno; i minori ricavi sono giustificati con la forte riduzione dei charter e l’aumento dei low cost. Ma questa è solo la prima parte dell’anno: lo scostamento tra previsioni e dati reali, dice Bortolazzi ai soci, è destinato a incrementarsi ulteriormente nei prossimi mesi per i noti fattori di mercato (da inizio anno sono fallite nel mondo oltre 50 compagnie aeree), per la congiuntura negativa e la conseguente stagnazione della domanda. Del resto, come sta calando, per la prima volta, il traffico lungo le autostrade (nei primi dieci mesi, l’A22 registra -1,3% di auto) così le famiglie tagliano anche i viaggi in aereo. Se il primo semestre 2008 segna per i passeggeri +6,3% la stima a fine 2008 è negativa con un totale di 3,4 milioni in calo sul 2007 (3,5) e sulle previsioni (3,65).A fronte di tutto questo, l’impegno per la riorganizzazione aziendale (con la creazione di due unit, una per scalo) e l’adeguamento dello staff organizzativo è appena all’inizio.
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Le perdite di sei mesi superiori alle previsioni: 4,7 milioni A fine anno passeggeri in calo rispetto al 2007: 3,4 milioni