Anche il grande scrittore inglese David Herbert Lawrence ebbe modo di conoscere il teatro di Gargnano: istituzione gloriosa ma chiusa da anni. Ora si ricomincia parlare di un suo recupero. La curiosità: D. H. Lawrence ricordava di avere assistito alla rappresentazione di un dramma del norvegese Ibsen: «Gli occhi dei pescatori e dei contadini del Garda erano immobili, fino all’ultimo e più incontenibile ragazzino. Gli attori sono dei contadini, il capocomico è figlio di un coltivatore diretto». Un teatro, quello di Gargnano, dalla storia antica e profonda, se un acuto osservatore come lo scrittore inglese – che soggiornò a Villa di Gargnano per alcuni mesi tra il 1912 ed il 1913- vi prestò attenzione. Rimesso a nuovo negli anni ’70, il teatro fu utilizzato per qualche tempo come cinema. Poi, da una manciata di anni, ha chiuso i battenti. Adesso si torna a parlare di un suo recupero, ampliando, però, la sua funzione: diverrà un centro polifunzionale, capace di ospitare convegni, dibattiti, conferenze e congressi. «Ci stiamo muovendo da tempo in sintonia con l’Università Statale di Milano, che a Gargnano ha una sua sede a Palazzo Feltrinelli in cui tiene corsi estivi di italiano destinati a studenti stranieri. Durante il resto dell’anno si alternano convegni scientifici», spiega il sindaco Marcello Festa. La prospettiva di collaborare con la Statale si è aperta anche per Iseo (dove troverebbe spazio l’aspetto tecnico) mentre al centro gardesano sarebbe riservato soprattutto quello umanistico. Un’attività, quella coordinata con l’Università, che non si limiterebbe, quindi, ai corsi estivi, ma che mirerebbe a mettere a disposizione uno spazio idoneo per potenziare l’attività congressuale. Senza dimenticare che in nuovo spazio – pubblico – sarebbe a disposizione anche per altre iniziative. C’è anche un altro aspetto interessante: nella bozza di convenzione (che però deve ancora essere approvata) si chiede la possibilità di accesso ai gargnanesi, per assistere alle conferenze. Quanto al nuovo teatro, dovrebbe apparire notevolmente differente da come si presenta ora: verrebbe, infatti, rovesciata l’attuale collocazione, con il palcoscenico collocato là dove adesso c’è l’entrata e viceversa. I posti a sedere: 230, meno di quelli che c’erano. Il sacrificio è reso necessario per garantire spazi al palco in questa che sarà una sala polifunzionale. «Il problema è quello dei costi – continua il sindaco- visto che la spesa complessiva supera il milione e mezzo di Euro (quasi tre miliardi di vecchie lire). Per farvi fronte faremo ricorso ad una Legge Regionale, la n° 35». In proposito, a Gargnano si è recato due volte l’assessore alla cultura della Regione, Ettore Alberto Albertoni. Nel caso il Comune acceda al finanziamento, questo coprirebbe il 70% della spesa e sarebbe a fondo perduto. Al Comune toccherebbe la parte restante: quasi 450.000 Euro. «C’è da precisare che avevamo già previsto un mutuo di 300-350.000 Euro per mettere a norma la struttura e che l’asta potrebbe portare un ribasso del 10-15%». Qualora il finanziamento non dovesse venire erogato, i tempi di realizzazione andrebbero ad allungarsi. Se, invece, tutto procederà per il verso giusto (il progetto è stato mandato alla Regione in aprile), il piano di intervento prevede l’inizio dei lavori già nell’inverno di quest’anno, con le opere di demolizione. I lavori proseguirebbero, quindi, per altri due anni: opere strutturali e di consolidamento, ascensore, palco.
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Accordo in vista con la Statale di Milano
Nello stabile si terrebbero corsi, congressi e anche spettacoli