A Pasqua la Cedrinca, prestigiosa azienda dolciaria di Salò, sfornava uova di cioccolato in gran quantità, con le immancabili sorprese. Senza dimenticare i cremini, venduti persino a Maxim, in Francia, e le caramelle. Un trionfo del buon gusto. Adesso lo stabilimento di Polpenazze ha chiuso, per fallimento. E Pierfranco Aiardi, il curatore nominato dal giudice del Tribunale Gian Luigi Canali, sta aspettando offerte. Della vicenda ha discusso il consiglio comunale, sollecitato da Renato Cobelli della Margherita. «L’azienda portava il nome di Salò in Italia e all’estero – ha ricordato Cobelli -. Ora è iniziata l’odissea dei 40 dipendenti. I segni premonitori si erano avvertiti col trasferimento della fabbrica in Valtenesi, al di là delle colline. Il nostro territorio ne esce impoverito sul piano sociale ed economico. Penso ai dipendenti, ai fornitori, ai soci. Che giocano la loro libertà all’interno di due coordinate: gli affetti e il lavoro. E penso a Salò, che ha perso un’attività produttiva importante. No, non possiamo rimanere in silenzio». La Cedrinca è un nome storico. Nel 1910, quando venne fondata da un certo signor Dalla Bona, produceva cioccolato al cedro. L’avvento della famiglia Zane risale al ’33. Il patriarca, Francesco, sindaco di Sirmione, Salò e Limone, nonchè senatore dal ’48 al ’68, ha passato le redini alla moglie Elisa (presidente della società) e agli otto figli (i più coinvolti nella gestione dell’azienda erano Franco e Piergiorgio). Nell’88 dallo stabilimento di viale Bossi uscivano cento quintali di caramelle al giorno. Eppoi uova di Pasqua e cremini. Nel ’96-97 la crisi, con la riduzione di personale e la cessione al gruppo formato da Orazio Raggi (Sait), Rocco Tonoli (ex Fonte Tavina), Renato Zanca (Mesdan) ed Emilio Comini, titolare di un’impresa che lavora il peltro, nominato amministratore unico. Poi lo spostamento a Bottenago di Polpenazze e l’acquisizione della Feletti (una trentina di dipendenti), con una suddivisione ben precisa dell’attività: in Valtenesi sono rimaste solo le caramelle, in Val d’Aosta il cioccolato e le uova di Pasqua. Adesso la crisi. «Il panorama industriale non è drammatico -ha commentato il sindaco, Gianpiero Cipani-. Se da una parte la Mesdan (annodatori tessili venduti in tutto il mondo) si è spostata a Raffa di Puegnago, dall’altra la Tassoni viaggia a gonfie vele, e la Fonte Tavina ha confermato le sue potenzialità a livello nazionale, acquisendo la Sangemini. Mi dispiace molto per la Cedrinca. Ci sono trattative in corso, e qualcuno sta cercando di acquisire un ramo dell’azienda per riprendere l’attività. Probabile si arrivi a un concordato fallimentare. Da parte nostra garantiamo il massimo impegno nei confronti dei lavoratori che non riuscissero più a reinserirsi. Abbiamo valorizzato Salò sul piano turistico e commerciale. Tra le decisioni prese, vorrei ricordare l’approvazione del nuovo centro commerciale Italmark nell’ex calzaturificio, in piazzale Martiri della Libertà, e il sì a Euroland. Interventi che assorbiranno parecchie persone». La società per azioni Euroland (con sede a Lonato, amministrata da Giuseppe Vezzola, proprietario di due campeggi, uno a Trieste, l’altro in Sardegna) dispone di 329.420 metri quadrati in località Montesei, sulla collina tra Serniga e S. Michele. E ha ottenuto di realizzare un albergo di 13mila metri cubi su una parte di tale area (94.270 mq.), nell’ex pista di motocross, con l’aggiunta di un campo di golf sulla piana prospiciente. Vincenzo Zambelli ha ringraziato i titolari della Cedrinca («hanno tentato di salvare una situazione disastrosa, il trasferimento a Polpenazze è stata una scelta imprenditoriale») e criticato l’amministrazione comunale. «Il supermercato di piazzale Martiri – ha detto l’esponente diessino- danneggerà via Rive e i commercianti del centro storico. Euroland, poi, andrà a distruggere uno degli ultimi territori vergini rimasti. Sarebbe stato meglio portare a termine operazioni come il Rimbalzello, il Gas o Centocase». Rammentiamo che, in una precedente riunione, il consiglio comunale di Salò aveva deciso di autorizzare la trasformazione in appartamenti e uffici del vecchio stabilimento Cedrinca di viale Enrico Bossi.
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In Consiglio comunale il dibattito sulla chiusura della storica industria dolciaria fondata nel 1910. Il sindaco: «Ma l’industria non è in crisi. Bene Tassoni e Tavina»