I sindaci del Chiese hanno espresso la loro contrarietà al progetto del depuratore Garda, inviando un esposto alla Corte dei Conti per contestare le decisioni assunte riguardo alla gestione delle acque. Questo atto è stato accompagnato da una raccolta firme che ha visto il coinvolgimento di tutti i Comuni della Comunità Montana, evidenziando le preoccupazioni legate al sistema attuale, progettato nel 1985, e all'abbandono delle condotte sublacuali a favore della costruzione di due nuovi depuratori, considerati costosi e inefficaci.
Inoltre, i sindaci hanno sollevato interrogativi sulla trasparenza nell'uso dei fondi stanziati dal Ministero dell’Ambiente, pari a 100 milioni di euro per il progetto di depurazione. Nonostante parte di queste risorse sia stata destinata a raggiungere un livello progettuale adeguato, mancano documentazioni chiare sui relativi utilizzi. I costi del progetto sono lievitati da 3,66 milioni a oltre 5,4 milioni di euro senza giustificazioni sufficienti, portando i rappresentanti locali a richiedere un’indagine da parte della Procura per verificare eventuali danni erariali e fornire ulteriori prove in merito.