domenica, Dicembre 22, 2024
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Una serata organizzata dai club degli alcolisti anonimi del Baldo-Garda è l’occasione per rilanciare l’allerta su un fenomeno in costante crescita.
Troppi giovani consumatori e in età sempre più precoce Il sindaco: «D’ora in avanti questo tema è priori

Chincarini riapre il fronte«Guerra ad alcol e droga»

«I risultati ottenuti sul fronte della prostituzione, ci consentono di programmare un diverso utilizzo delle risorse, anche economiche, a nostra disposizione e di occuparci, d’ora in avanti, con più attenzione di chi guida dopo aver assunto alcool e droga». Umberto Chincarini conclude così la serata organizzata dal club di Peschiera dell’Acat (Associazione club alcolisti in trattamento) Baldo-Garda, in collaborazione col Comune, sul tema «Alcol e droga: più sai, meno rischi. Liberi e sani per una vita felice nella comunità».Il sindaco prosegue e rafforza la battaglia intrapresa da tempo contro l’uso di queste sostanze e le conseguenze tragiche, che ne derivano. «Il problema qui è molto presente. Abbiamo bisogno di tutti: delle forze dell’ordine come della scuola, delle parrocchie, del volontariato per ricordare quanto drogarsi sia sbagliato e possa uccidere; fare uso di queste sostanze non è una qualità. La mia è una promessa: d’ora in poi a Peschiera ci occuperemo molto di droga e alcol». «Certo occorre non uno “spot” ma uno sforzo continuo, che tenga conto delle risorse disponibili: fa parte della correttezza non solo enunciare progetti e programmi ma illustrare le eventuali difficoltà a sostenerli. Perciò insisto sullo sforzo di tutti: se la comunità reagisce, il problema si può risolvere».Un richiamo all’impegno comune derivante anche dai dati illustrati nella serata da educatori e relatori: Cristina Bertucco, consigliere delegato al sociale; Enrico Rigetti, psicopedagogista; don Sergio Pighi, della Comunità dei Giovani; Elena Tommasi, presidente Acat Baldo-Garda. Tutti hanno tracciato il quadro di una situazione ancora lontana dall’essere arginata, con un utilizzo sempre più precoce, la media è di 10 – 11 anni, di queste sostanze.«Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità è droga tutto ciò che altera lo stato psicofisico di una persona. Dunque anche l’alcol va considerato droga», ha detto Righetti richiamando il ruolo di famiglie e scuola. «I ragazzi iniziano ad assumere queste sostanze anche solo per soddisfare un bisogno di crescere e sentirsi vicini al mondo degli adulti. Adulti che, purtroppo, non sono così capaci di esprimere e dare stimoli valoriali».«I piccoli fanno ciò che vedono fare. Difficile convincere se si parla di una cosa e se ne fa un’altra. Nella mia esperienza», spiega don Pighi, «ho imparato molto dai ragazzi: mai teoria senza prassi, mai prassi senza teoria. Perché il 64 per cento della nostra comunicazione passa attraverso il comportamento». Elena Tommasi ha ricordato l’attività dell’Acat e la complessa realtà veneta, dove l’età di inizio di assunzione di alcool è di 11 anni contro i 14 della media nazionale e i 16 di quella europea. «Il problema è il consumo. Solo con la conoscenza si può scegliere consapevolmente ma quanto si conosce delle conseguenze dell’uso di alcol? Vedo, spesso, persone fermate dalle forze dell’ordine perché alla guida in stato di ebbrezza: tutti convinti d’aver subito un’ingiustizia. Anche il nostro Paese attua più controlli, ma serve una formazione permanente».Da Bertucco, come dagli altri educatori e catechisti, infine,la conferma della difficoltà di attirare l’attenzione non dei più piccoli «che sanno cos’è l’alcol», ma dei genitori e in generale degli adulti.

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