La Ciclovia del Garda è al centro di un acceso dibattito a causa dei costi esorbitanti emersi da una recente relazione della Corte dei Conti. Con un investimento totale di 30 milioni di euro per soli 18 chilometri, il costo per chilometro è oltre cinque volte superiore alla media nazionale, rendendola la ciclopedonale più cara d’Italia.
Secondo la “Relazione di controllo sulla progettazione e realizzazione del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche” pubblicata dalla Corte dei Conti, il costo per chilometro della Ciclovia del Garda si attesta a circa 1,6 milioni di euro. Questo dato è significativamente più alto rispetto ad altre regioni italiane, come la Sardegna, dove il costo medio è di appena 250.000 euro per chilometro.
Quasi metà delle risorse destinate alla Ciclovia del Garda sono state utilizzate in Lombardia, con 12,53 milioni di euro investiti per realizzare solo 8 chilometri del percorso. La Corte dei Conti ha criticato questo dispendio economico, sottolineando che il costo chilometrico di 1.567.489,12 euro al chilometro non è paragonabile a quello di altre regioni.
Un altro punto critico riguarda le carenze tecniche e di sicurezza rilevate nel Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE). La relazione ha evidenziato problematiche legate alla sicurezza e alle caratteristiche tecniche del tracciato, inclusa l’insufficienza degli studi paesaggistico-ambientali necessari data la presenza di vincoli significativi e particolarità come gallerie e tratti a sbalzo.
Nel tratto tra Garda e Torri del Benaco sono state segnalate criticità particolari dovute alla presenza di siti archeologici importanti come il sentiero delle incisioni rupestri. Inoltre, preoccupazioni sono state sollevate riguardo all’impatto paesaggistico negativo previsto dal progetto, come il completo rifacimento del tratto ciclabile esistente a Peschiera e l’allargamento della fascia costiera davanti a Villa Canossa tramite opere artificiali.
Per quanto riguarda la parte trentina della Ciclovia del Garda, i costi hanno subito un incremento significativo (+77%) rispetto al documento di fattibilità del 2017. La Provincia Autonoma di Trento ha giustificato tale aumento citando l’ampliamento del tracciato (+84%) e interventi necessari per la sicurezza geologica derivati da eventi franosi recenti.
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