Una volta, tanti anni fa, i defunti venivano seppelliti o nelle chiese, o in luoghi vicini. A Pozzolengo, quando nel lontano 1940 si costruì l’ acquedotto comunale, un grande serbatoi fu realizzato all’interno dell’antica chiesa che era a ridosso delle mura di cinta. Ebbene, nel fare lo scavo per passare i tubi, furono scoperte numerosissime ossa umane.
Nel 1806 Napoleone Bonaparte con l’Editto di San Clou proibiva che i defunti fossero seppelliti entro o vicino a chiese o abitazioni. A Pozzolengo si costruì il Cimitero chiamato di S.Anna (patrona delle partorienti), in località Fontane Vecchie, poco fuori il Paese. Nel 1881 essendo ormai insufficiente il Cimitero di S.Anna si provvide alla costruzione di uno più grande.
Questo fu costruito su una piccola collina, appena fuori l’abitato del Paese e ancora oggi vi si accede tramite un ampio (e una volta ricco di cipressi) viale. Il cimitero, una vera opera d’arte, fu costruito anche con l’apporto prezioso dell’architetto Faini. Costruito praticamente come su due enormi gradoni, con mura di cinta architettoniche, tanto da essere inserito e vincolato Dalle Belle Arti nell’elenco dei Beni Culturali pregiati. In seguito, alle sue spalle, anche se collegato, si è aggiunta un’altra parte di cimitero con file di loculi e balconate; pur essendo decoroso e funzionale, non ha certamente la struttura e il fascino monumentale dell’opera d’arte originale e storica.
Silvio Stefanoni