Un impianto eolico fa rumore? Quanta energia produce? Se si rompe una pala, come si ripara? E poi, quali sono i benefici per i cittadini di Rivoli, che vedranno cambiare il paesaggio vicino casa? Sono alcune delle tante domande rivolte durante un’assemblea pubblica indetta dall’amministrazione comunale sul tema dell’eolico, ai tecnici dell’Agsm di Verona Marco Giusti e Alberto Rizzi, ma anche al sindaco Mirco Campagnari.Con l’Agenzia servizi municipalizzati, infatti, il Comune ha stipulato una convenzione trentennale che dà il via al progetto per un parco eolico sul crinale del Monte Mesa, che divide Rivoli da Montalto di Gaium. Il preliminare prevede sull’altura tra la Rocca e la Valdadige il posizionamento di cinque aerogeneratori, alti circa 70 metri, con pale inclinabili. Si tratterebbe del primo impianto eolico della provincia di Verona, anche se l’idea è stata seguita a ruota da altri comuni, tra cui Affi e Brenzone.«I cinque aerogeneratori forniranno energia per circa 23 mila persone, senza contare il consumo industriale», spiega il responsabile Sviluppo Progetti dell’Agsm, Giusti. I rivolesi, appena 2 mila circa, potrebbero godere di sconti o convenzioni a cui il Comune sta già pensando.Ma qui siamo già al futuro. Il presente invece sono le prime tappe di un iter lungo e articolato. Dal progetto preliminare al definitivo, sono molte le procedure autorizzative e gli obblighi burocratici: almeno cinque anni di lavoro. E poi, non è detto che al progetto sia dato il via libera. Secondo Agsm, infatti, a oggi in Italia solo uno su quattro è approvato. Ma l’Agenzia veronese sta puntando sull’energia rinnovabile; dopo impianti in Puglia, Emilia e Toscana, con Rivoli cerca di portare l’eolico vicino casa.A Rivoli sarà necessario disboscare parte della zona circostante le pale, creare piazzole, allargare le strade per far passare i grandi generatori, le parti di montaggio, gru da 350 tonnellate. Lavori che fanno un po’ paura alla gente, che non ha nascosto perplessità pur ascoltando con attenzione i tecnici. Ma sia il responsabile Sviluppo progetti Agsm che il sindaco Campagnari hanno rassicurato sulla portata delle operazioni e sul ripristino.«Come Comune crediamo fermamente nell’utilizzo dell’energia alternativa», afferma il primo cittadino, «e allo stesso tempo nell’importanza di tutelare il territorio. Per questo stiamo cercando di trovare un punto d’incontro tra la necessità di guardare al futuro energetico del nostro paese e continuare a godere di un paesaggio unico». Il Comune ha già ipotizzato un piano di recupero, con rimboschimento, sistemazione e ripulitura.Sul tavolo resta aperta la trattativa con i proprietari dei terreni su cui dovrebbe sorgere l’impianto. L’accordo infatti non c’è e questi si sono dimostrati critici sul progetto. Secca la risposta del sindaco: «Abbiamo chiesto ad Agsm di tentare fino all’ultimo un accordo bonario con le parti», dichiara Campagnari, «ma se questo non sarà possibile saremo costretti a passare alle maniere forti. Sarebbe un peccato: non gioverebbe a nessuno e rallenterebbe l’iter del progetto».
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Presentazione del progetto da parte dei tecnici dell’Agsm: interesse e timori ma anche promesse di sconti sull’energia