Prima l’eroina, poi l’ecstasy e le droghe «leggere», ora la cocaina. L’allarme-droga oggi porta questo nome: cocaina. Sostanza un tempo assunta dai vip, ora invece diffusa tra tutti gli strati sociali, in particolare tra i giovani, nelle strade, davanti alle scuole e alle discoteche. A costi relativamente bassi: con 20 euro se ne può acquistare una dose. Nel basso Garda è allarme già da qualche anno e il centro Lautari di Pozzolengo da tempo viene considerato dagli organismi competenti un «centro specializzato» per la cura della cocaina. «Da tempo apriamo le porte a molti consumatori di questa droga – conferma Davide Lodi, vicepresidente dei Lautari – purtroppo negli ultimi dodici mesi la percentuale è salita vertiginosamente, e temiamo che non si arresti. Tra l’altro non esistono farmaci particolari per la cocaina. E che stia facendo danni enormi tra donne e uomini, giovani e meno giovani, operai e manager, è incontestabile». «Non esiste un cocainomane-tipo, può essere di qualunque estrazione socio-economica. Il guaio è che – continua Lodi – la cocaina viene sottovalutata, favorisce un’apparente energia per competere nell’ambiente di lavoro o sociale, anche nelle relazini sessuali. Ma sbaglia chi crede che, grazie alla cocaina, si possano aumentare le prestazioni sessuali». Il numero due della comunità rivela poi alcuni aspetti inquietanti. «Abbiamo giovani tra i 20 e i 25 anni della nostra provincia che dirigono aziende, operai che lavorano in fabbriche, studenti, perfino casalinghe o donne affermate che ritengono, per esempio, che l’assunzione di cocaina attenui l’appetito e, di conseguenza, possono ridurre il loro peso: insomma una dieta alla droga!». La cocaina si può sniffare, fumare o iniettare. La fumata è quella che sviluppa nel più breve tempo possibile una dipendenza ancora più veloce dell’eroina. Tra i cinquanta ospiti del centro di Pozzolengo, fondato nel 1992, almeno il 30% ha problemi con la “coca”. I loro disturbi al momento dell’ingresso erano la depressione, gli sbalzi umorali, l’impulsività, un’elevata aggressività. «Il loro trattamento è di tipo psicologico e farmacologico. Con il primo – spiega ancora Davide Lodi – dobbiamo garantire un forte accudimento affettivo ai ragazzi, con il secondo fornire stabilizzatori dell’umore, ansiolitici ed antidepressivi: purtroppo, per questi soggetti il trattamento è più lungo fra tutti gli altri. Ci raccontano – conclude Lodi – che la cocaina gli ha fatto perdere il senso del limite, li ha fatti sentire onnipotenti: la sua assunzione non ha loro prodotto subito sintomi seri, e quindi hanno seguitato a prenderla». E’ allarme, dunque, in questa zona della riviera del Garda, il cui alto tenore di vita e la facilità di trovare ovunque la cocaina, sta spingendo sempre più giovani a consumarla.
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Le valutazioni sul campo di Davide Lodi, vicepresidente del centro Lautari di Pozzolengo. Gli esperti: «Crescono i tossicomani, dal manager all’operaio»