Contributo o acquisto? Due sostantivi che hanno animato il Consiglio comunale alle prese con l’approvazione definitiva dell’accordo di programma tra il Comune e l’Asl 22 per la realizzazione del nuovo distretto sanitario. Accordo che prevede la ripartizione della proprietà del complesso in località Canova in base a millesimi. In pratica la parte del piano terra dove avrà sede la Croce Rossa rimarrà di proprietà del Comune mentre tutto il resto compreso il terreno di pertinenza quantificato in 2200 metri quadrati farà parte dell’unità immobiliare che andrà intestata, a seconda delle spese sostenute, tra il Comune e l’Asl. La strada d’ingresso e i parcheggi esterni rimarranno invece al Comune al quale compete il compito della manutenzione. La maggioranza consiliare (contraria la minoranza, astenuto Zeno Gianfranceschi) ha poi approvato la possibilità per l’Asl di acquisire tutto il complesso attinente ai servizi della stessa Azienda socio sanitaria. Al momento per l’utilizzo della parte non di sua competenza l’Asl 22 pagherà un canone d’affitto. Ebbene in tutta questa vicenda c’è un passaggio che non ha convinto la minoranza consiliare. «Non si è mai parlato in Consiglio di acquisto, comproprietà, compartecipazione od altro da parte dell’Asl ma solo di contributo, ha sostenuto Pietro Meschi. Non si può a cose fatte dire che l’accordo prevedeva una cessione. Questo è stravolgere quanto deliberato ancora in un Consiglio del 1996». Ma non solo. «Come mai in una delibera dell’Asl 22 datata agosto del ’98 si parla chiaramente di acquisto mentre ciò non appare nelle carte comunali? Tutto questo non è giusto, ha protestato la minoranza. Siamo passati da un contributo promesso e recepito a una quota di pagamento in millesimi. In pratica non è stato un anticipo di soldi». «Non si è mai parlato di contributo a fondo perduto», ha ribattuto il sindaco Armando Ferrari mentre l’assessore Aristide Avanzini ha precisato come «la discussione s’innesti sull’equivoco del concetto di contributo». «L’Asl contribuisce con altre Amministrazioni per fare servizi sociali non per fare mattoni. Forse per questo coloro che hanno stilato la delibera precedente sono stati tratti in inganno dal termine contributo che sottintende contribuiamo insieme a voi a costruire», ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici. «Non si possono interpretare le carte, ha chiosato Francesco Marchiori. Trovo assurdo che un Consiglio comunale imposti un certo tipo di programmazione e che dopo anni si ritrovi con una soluzione diversa. Se ci sono stati degli equivoci c’era tutto il tempo per sistemare la documentazione». «Non mi ricordo, ha sostenuto l’assessore ai servizi sociali Ermanno Azzolini, se la questione era stata a suo tempo spiegata male, ma di fatto era stata presa questa occasione in quanto si rischiava di perdere tutti i servizi del Distretto di Base che altrimenti sarebbero andati a Peschiera». «Non si discute l’importanza o meno dell’opera, ha ribadito Meschi, ma del fatto che è stato esautorato il Consiglio. In italiano un contributo non è uguale ad un acquisto». «Non ho mai sentito parlare di acquisto, ha rimarcato Zeno Gianfranceschi consigliere di maggioranza. Può darsi che sia stato sottinteso o in qualche modo celato». «Adottando la nuova delibera si sconfessa quella del ’96», ha ripreso Marchiori. Non è tanto bello vedere che bisogna cambiare in itinere le carte». Una domanda sorge però spontanea leggendo il verbale della seduta consiliare di cinque anni fa. Come mai nessuno dei consiglieri presenti in aula si preoccupò di dare peso alle parole di Ezio Martinelli? L’allora esponente della Lega Nord esortava l’Amministrazione a «definire anzitempo le modalità di ripartizione dei millesimi di proprietà dell’edificio con l’Usl, in proporzione alla quota dalla stessa versata, onde evitare che in futuro l’Usl acquisisca a basso costo l’intera proprietà».