La Comunità del Garda guarda al futuro. In vista dell’assemblea generale straordinaria che si terrà il 19 dicembre a Palazzo Beneamati a Toscolano è stato inviato in questi giorni ai sindaci e ai presidenti delle Province l’ordine del giorno dell’assemblea. Al compimento del quinquennio dovranno essere eletti il presidente, sette membri del consiglio direttivo, un revisore dei conti effettivo e uno supplente; inoltre l’assemblea dovrà approvare il bilancio preventivo per il 2006. La Comunità, costituita cinquant’anni fa, è un’associazione volontaria cui aderiscono 45 enti: 36 Comuni e 9 istituzioni, fra cui le quattro Province (Brescia, Mantova, Verona e Trento), le Camere di commercio, il Consorzio Garda Uno, la Società Aeroporto Catullo. Candidato alla presidenza sarebbe il senatore Aventino Frau, che avrebbe il consenso della destra, mentre la sinistra non avrebbe ancora espresso un proprio nome. Frau avrebbe accettato la proposta della presidenza alla Comunità non essendo intenzionato, a quanto pare, a ricandidarsi al Senato nella prossima primavera. Tornerebbe quindi a reggere l’associazione, da lui stesso ideata e varata, a mezzo secolo dalla fondazione. Gli incontri preparatori all’assemblea per individuare le linee operative future della Comunità sembra siano stati sostanzialmente deludenti. E ancor più le possibilità di una svolta istituzionale con il passaggio da associazione volontaria a ente con autorità e autonomia proprie. Province e Regioni non avrebbero espresso disponibilità a cedere deleghe in materia legislativa, indispensabile passo per ottenere il riconoscimento governativo e la trasformazione della Comunità in Authority; e questo, nonostante la necessità del comprensorio gardesano di avere una sua forma di governo, sempre più indispensabile proprio perché diviso amministrativamente in quattro Province e tre Regioni. Il rilancio dell’economia, la tutela dell’ambiente, la soluzione di problemi, che nessun singolo ente locale provinciale o regionale può attuare, rendono evidente la necessità di un organo con ruolo territoriale. E si pensi, ad esempio alle questioni relative alle acque, alla difesa delle sponde, alla pianificazione edilizia, alla viabilità, alla tutela del paesaggio. Spogliarsi di qualche potere potrebbe essere un bene per le stesse Province e Regioni con riduzione di problemi. Il Garda, pioniere cinquant’anni fa di un’idea di gestione territoriale che ha anticipato i tempi, rischia, quindi, di veder dissipato questo patrimonio.