mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Presentata a Palazzo Benamati la raccolta di versi di una figura indimenticata e indimenticabile. Il Primo Maggio il Comune consegnerà un premio di letteratura a lui intitolato

Con «Pensieri» rivive la poesia di Tedeschi

Ieri mattina, a Palazzo Benamati a Toscolano, è stato presentato «Pensieri», il libro che contiene le poesie di Bruno Tedeschi, scomparso nel dicembre 2002 a 75 anni. Impiegato per quarant’anni nella cartiera locale (adesso di proprietà della vicentina Marchi), Tedeschi ha sempre avuto la passione di «buttar giù» versi. Numerosi i premi ricevuti: il «Giorgio La Pira» a Firenze, «Il Nettuno» a Bologna, il «Città di Vienna» «Il globo d’oro» a Roma, il «San Valentino» a Terni, «anima infinita» ancora a Terni. E poi i riconoscimenti del governo argentino e del Magnifico rettore dell’Università di Seul. Nel ’94 gli amici lo hanno candidato al Nobel. «Le fabbriche non uccidono l’anima – ha detto il sindaco Paolo Elena – e Bruno ha sempre coltivato l’amore per la scrittura. A lui intendiamo intitolare un premio della letteratura da consegnare a un giovane il 1 maggio, in occasione della Festa dei lavoratori. Un’idea modesta, la nostra, ma significativa. E gli dedicheremo una sala del museo della carta, nella valle delle cartiere». Antonio Fontana, della Associazione lavoratori anziani, ha aggiunto che «Tedeschi è una figura forte, ricca di bontà e serenità. Qualcuno potrebbe criticare la prolissità delle sue liriche, ma lui desiderava sviscerare compiutamente il tema trattato. Forse non è stato apprezzato come meritava. Il nostro è un ricordo spontaneo e sincero. Ringraziamo Aldo Marchi, presidente della cartiera, per la generosità disponibilità». Il professor Antonio Foglio: «Ho ripensato al grande entusiasmo con cui Bruno mi offriva la sua ultima poesia. Scorrendo la raccolta, emergono le sue qualità. La sensibilità, la capacità di comprendere gli affetti, le emozioni, i sentimenti, la bellezza, di sentire l’amore, la gioia, la pietà, l’amicizia. E poi descrivere la natura in modo delicato, come qualcosa da vivere. Senza trascurare la tenerezza dei ricordi, e verso i bambini. Tedeschi era autodidatta. La poesia è sogno, illusione, e anche se aveva dovuto mettere presto i sogni nel cassetto, al riparo dalle bombe che cadevano nella guerra, e accettare un posto tranquillo e sicuro, è sempre stato di un temperamento appassionato». E, andato in pensione, ha dato libero sfogo alla sua passione. E dopo la lettura di alcuni brani da parte di Carlo Pardi, messo comunale e celebre attore, Aldo Marchi ha concluso affermando che «ci sono persone il cui ricordo rimane intenso, e non si cessa di rimpiangerne la scomparsa. La cordialità e il tratto umano di Bruno Tedeschi rivivono in questi versi, scritti spesso in occasione di escursioni e gite, facendosi interprete di sentimenti collettivi».

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