mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Appuntamento la prossima estate per il completamento del restauro del gioiello architettonico di Maderno, danneggiato dal terremoto del 2004

Così Sant’Andreatornerà a brillare

Sarà riaperta entro la prossima estate, dopo i restauri, la pieve di Sant’Andrea di Maderno, il più importante monumento romanico della Riviera e uno dei massimi esempi di architettura romanica-lombarda. Venne fondata intorno all’XI secolo sulle rovine di un tempio dedicato ad Apollo.L’insigne monumento è chiuso dalla notte del 24 novembre 2004 quando venne lesionato dal terremoto che devastò numerosi edifici rivieraschi. Il sisma rovinò, infatti, l’abside, le navate laterali, la prima campata e altre strutture. Per questa ragione la chiesa è stata dichiarata inagibile, come avverte una scritta affissa sulla grande porta.«LA PARROCCHIA ha ritenuto di dare la precedenza, abbastanza giustamente, al recupero della casa canonica – ha dichiarato un professionista di Maderno -. Il terremoto ha impresso alla chiesa quasi una rotazione su se stessa e ha bisogno di legamenti interni; è proibito entrare fino al completo ripristino. E mancano i soldi. Mi chiedo perché non sia stata ancora lanciata una pubblica sottoscrizione alla quale non mancherebbe, credo, l’adesione degli abitanti».Dal canto suo il consigliere provinciale e sindaco di Toscolano Maderno, Paolo Elena, conferma che è stato demandato alla parrocchia l’uso del finanziamento stanziato dalla Regione Lombardia e gestito dalla Curia di Brescia per il ripristino degli edifici sacri lesionati dal terremoto del 2004.«SANT’ANDREA è un monumento che deve essere riaperto anche perché si tratta di un edificio sacro di grande interesse culturale. Abbiamo fatto la proposta al parroco, don Leonardo Farina, di partecipare all’onere del restauro. La disponibilità dell’Amministrazione è stata bene accolta. I permessi, ci ha informato il parroco, sono già stati rilasciati. I lavori potrebbero iniziare entro la fine di quest’anno, e l’antica pieve contiamo possa essere riaperta per l’estate prossima».Il territorio della Riviera vanta edifici sacri che sono dei veri musei, non ancora adeguatamente valorizzati anche ai fini turistici. Si pensi al Duomo di Salò, sul quale sono stati recentemente pubblicati gli studi di Monica Ibsen; alla luminosa chiesa settecentesca di Gardone Riviera, progettata dal lonatese Paolo Soratini, già risanata dai danni del terremoto, inserita in un contesto ambientale di particolare pregio e ricca di opere d’arte; alla straordinaria pieve romanica di Maderno, appunto; alla parrocchiale di Toscolano, definita «la Cappella Sistina» di Andrea Celesti, grande pittore veneziano che trascorse larga parte della sua esistenza a Toscolano.E quanti desiderassero prolungare l’itinerario potrebbero raggiungere Gargnano e ammirare, proprio all’inizio del paese, la superstite facciata romanica della chiesa di San Francesco e soprattutto lo straordinario chiostrino del Due-Trecento che nei capitelli di alcune colonnine tramanda la testimonianza più antica della cultura dei limoni sul Garda.«E’ UN PATRIMONIO da valorizzare, naturalmente in accordo con le autorità religiose – afferma ancora Paolo Elena -. Si potrebbe creare addirittura un circuito che sarebbe sicuramente apprezzato dai fruitori del turismo religioso e culturale. Proprio nell’ottica di offrire ai turisti la possibilità di conoscere il grande patrimonio storico del nostro territorio, abbiamo varato l’operazione di recupero della Valle delle Cartiere, attraverso una Fondazione, iniziativa che sta riscuotendo un grande successo, anche per quanto concerne il numero dei visitatori».–Il Comune ha anche partecipato all’onere del restauro delle grandi tele di Andrea Celesti.«ESATTAMENTE. Abbiamo affiancato il parroco di Toscolano, don Fausto Prandelli, e l’Associazione “Andrea Celesti”, di cui è presidente Antonio Foglio, recuperando “La strage degli innocenti” e pubblicando il volume edito pochi mesi fa, in giugno, dalla Grafo con la documentazione delle immagini del restauro accompagnate dai testi di Giuseppe Fusari, Francesco De Leonardis e dello stesso restauratore Gian Maria Casella che si può considerare uno specialista in materia al quale erano state affidate in precedenza altre importanti tele del Celesti che si ammirano sempre nella nostra chiesa parrocchiale».ANCHE ANDREA CELESTI, pittore straordinario, è ancora da riscoprire con una grande mostra. Nacque a Venezia nel 1637 e la leggenda vuole sia stato condannato all’esilio in Terra ferma, sul lago di Garda, ai confini della Repubblica, per aver dipinto, attorno al 1666, il doge Nicolò Segredo con le orecchie d’asino.La Riviera diventò così la sua nuova patria. Ormai cinquantenne, sposò a Toscolano la veneziana Martina Davagni; suo compare d’anello fu l’amico Scipione Delai per il quale dipinse le grandi tele di una sala che oggi purtroppo non esiste più, smantellata alcuni decenni orsono.

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