Domani si potrebbe già conoscere il nome del commissario straordinario di Peschiera. «Ho già provveduto», spiega il segretario comunale Giovanni Peruzzi, «a comunicare l’esito della votazione di venerdì al prefetto Francesco Giovannucci il quale, a sua volta, farà lo stesso con Roma, chiedendo il decreto di scioglimento del Consiglio comunale da parte del Presidente della Repubblica. Il decreto contiene anche la nomina del commissario che, generalmente, conferma quello indicato, con criterio di immediatezza, dal prefetto stesso». Il commissariamento durerà il tempo necessario per condure Peschiera alle elezioni amministrative previste per la primavera. Intanto ieri mattina in paese si raccoglievano voci unanimi di scontento e di perplessità sul futuro, sia del paese che dello scenario politico locale, dopo il dibattito svoltosi nel Consiglio che ha portato venerdì sera alla sfiducia di Bruno Dalla Pellegrina. Il dibattito era stato aperto da Mauro Silva che, anche a nome di Gianantonio Fratucello, annunciava l’astensione in ossequio a quanto richiesto dalla segreteria provinciale della Lega Nord e in attesa delle decisioni che il direttivo della stessa prenderà il 13 ottobre sulla situazione di Peschiera. L’astensione è stata espressa con la non partecipazione al voto; l’uscita dall’aula è stata ripresa da Antonio Invidia di Arilica, che ha sottolineato come il sindaco Dalla Pellegrina si fosse trovato così ad affrontare gran parte del Consiglio comunale dedicato alla sfiducia senza la presenza del vice, Fratucello, da lui appena nominato. Orietta Gaiulli, di Forza Italia, ha dichiarato il voto, suo e di Mauro Danzi, contrario alla sfiducia, dicendo: «Il nostro non è e non vuole essere partito della crisi; lo scioglimento del Consiglio comunale renderebbe, al momento attuale, un pessimo servizio al paese»; ha quindi parlato di un’amministrazione «sfiduciata per un motivo che nulla ha di politico», invitando i colleghi a un atto di responsabilità. I problemi e i temi in attesa di risposte per i cittadini (come il tracciato Tav, variante alla statale 11, Caserma Cacciatori, Palazzina Storica, aree per le antenne della telefonia mobile) sono stati tra gli argomenti più citati dai consiglieri di minoranza nei loro interventi. Diego Gregori, Udc, si è riferito a questi motivando l’astensione sulla sfiducia per il «senso di responsabilità e attenzione del mio gruppo politico verso Peschiera»; astensione sposata anche da Giulio Bichel, Gente di Lago, che ha spiegato la difficoltà della scelta, adottata per evitare il commissariamento e per la duplicità delle proprie posizioni verso il sindaco: da un lato l’apprezzamento per «aver licenziato il suo vice Umberto Chincarini», accusato da Bichel di essere il responsabile della realizzazione «di ecomostri e della cementificazione del paese»; dall’altro la critica a Dalla Pellegrina per aver permesso «l’intolleranza e l’arroganza assunta dalla maggioranza nei nostri confronti». Su questo atteggiamento intollerante hanno insistito anche i consiglieri di Arilica: Giacomo Tomezzoli ha aggiunto: «Non condivido alcune scelte volute dalla maggioranza a polso duro, come la politica a favore delle grandi infrastrutture o il porto dei Pioppi; una maggioranza che ha respinto, rifiutato, seppellito una serie di proposte delle minoranze, in particolare del mio gruppo»; Piero Dalai ha richiamato alla necessità di «lavorare per un futuro sostenibile» a fronte di «consigli comunali sempre uguali: cemento, mattoni, mattoni, cemento. Una maggioranza numericamente inattaccabile che va in crisi perché non è animata da spirito di servizio ma da interessi di bottega sempre più personali»; Antonio Invidia ha accusato: «Il sindaco ha tenuto per due mesi e mezzo il piede in due scarpe, sperando di ottenere l’appoggio esterno delle opposizioni, pur senza un nuovo programma di massima, e quello palese dei rappresentanti di Alleanza Nazionale». An ha letto la dichiarazione di voto a favore della sfiducia: «Perché è venuto meno il reciproco rapporto fiduciario tra una importante parte della coalizione ed il sindaco». Walter Montresor, capogruppo Lega Nord, ha parlato di una «vicenda nata subito dopo le elezioni» e di «un tentativo di ridurre il nostro ruolo all’interno dell’alleanza. La Lega non intende azzerare 10 anni di buona amministrazione; forse nel 2001 abbiamo fatto qualche sbaglio nella scelta dello schieramento e delle persone. Per questo siamo pronti a restituire la parola agli elettori».
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Dopo la sfiducia a Dalla Pellegrina la parola passa al prefetto, che potrebbe fare la nomina già domani. Qualche mese di amministrazione ordinaria e in primavera elezioni