Ha attraversato il lago di Garda da Lazise a Sirmione in 5 ore e mezza. Una impresa che Domenico Righi di Lazise, 59 anni compiuti, ha realizzato tutto da solo ” appoggiato” solamente dal figlio Marco che lo seguiva da vicino a bordo di una imbarcazione. Un sogno realizzato dopo averlo cullato per molti anni.
Domenico Righi è partito in una mattinata soleggiata e limpida di questo caldissimo agosto, precisamente da località Sentieri, zona campeggio Du Parc. Ha nuotato alacremente, ma in misura calcolata e precisa per ben 5 ore ed oltre giungendo alla fonte Boiola di Sirmione quasi in surplasse. Stanco ma soddisfatto.
“E’ stata una impresa, parola molto grossa spiega ridendo Domenico Righi, propagandista medico una laurea in tasca che ho voluto realizzare dopo molti ripensamenti, ma deciso a compierla sta attraversata del lago da Lazise a Sirmione. Era una idea che mi frullava in testa da anni. Memore continua Righi di una sorta di impresa leggendaria, ovvero una leggenda quasi metropolitana, che sentivo in paese fin da ragazzino. L’impresa compiuta da Bruno Olivetti, appena ventenne, nell’immediato dopoguerra.”
Bruno Olivetti, da tutti conosciuto in paese finche era in vita, con il vezzeggiativo di “Bruno Belo”, di professione operatore ecologico. E’ deceduto accidentalmente, proprio nelle acque del lago, poco più che cinquantenne, anni orsono, per una fatale congestione. Era un personaggio, a suo modo. Almeno così lo ricordano le cronache ed alcuni anziani del paese. Per certi versi una sorta di mito.
“Si gli anziani ne parlavano di questa nuotata del Bruno spiega Memi Romagnoli ma di fatto gran che di storico non è rimasto. Pare che alla traversata, secondo ” i si dice” fosse stato accompagnato da alcuni Pescatori. Probabilmente ” I Raine”, ovvero i pescatori Perinelli, quasi tutti defunti.”
“Si mio zio interviene Giovanni Olivetti era un nuotatore. Almeno così si diceva in famiglia in passato. E pare proprio che questa attraversata l’abbia compiuta. Una sorta di bravata, di scommessa. Nulla di più sappiamo. ”
Domenico Righi, memore di questa ” leggenda” avvenuta appunto appena conclusa la guerra, non l’ha mai dimenticata.
“E’ stato un voler ricordare quel bel personaggio conclude Righi che mi ha fatto scattare questa molla. L’ho compiuta in sordina, da solo, proprio per evitarne una pubblicizzazione che mi avrebbe sicuramente stordito. Ho nuotato al mattino proprio perché in acqua ci sono meno ostacoli, meno probabilità di incidente, di incrociare imbarcazioni o altro. E’ andata bene e sono molto soddisfatto. Tutto qui. Una sorta di scommessa con me stesso alla soglia dei 60 anni. Ora la facevo ora o mai più.”
Sergio Bazerla
(Y)