Grande come un’aspirina, contiene una telecamera, una ricetrasmittente, una lampada e una fonte di energia. Servirà a registrare le immagini dell’apparato digerente. La scoperta è dell’inventore israeliano Gavriel Iddan e del medico gastroenterologo Paul Swain. L’endoscopia tradizionale è un procedimento complicato, rendendo necessaria la sedazione del paziente. Invece la “capsula endoscopica” è completamente indolore. Viene ingerita e, come farebbe una nocciolina, percorre naturalmente l’intero apparato digerente. I ricercatori della IBM hanno messo a punto un chip a forma di pettine, i cui ricettori elettronici sono in grado di leggere con una velocità stupefacente il Dna umano o di individuare eventuali malattie. La nanotecnologia, disciplina che ha permesso di miniaturizzare fino all’inverosimile gli strumenti, se relizzerà le premesse, troverà ampi orizzonti di applicazione in campo biomedico: per esempio micropompe per pulire il sangue dalle cellule infettate.
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Le micromacchine si fanno largo in medicina